Amministratori

Governance Poll 2020: Decaro top tra i sindaci, Appendino e Raggi ko

La nuova classifica del gradimento che i cittadini riservano ai loro sindaci misurato dall’edizione 2020 del Governance Poll

di Gianni Trovati

La crisi può essere planetaria, come il Coronavirus. Ma quando le difficoltà bussano alla porta di casa, gli italiani cercano le prime risposte dal sindaco. E lo premiano quando le risposte arrivano. Può essere letta in questa chiave la nuova classifica del gradimento che gli abitanti delle città riservano ai loro sindaci, misurato dall’edizione 2020 del Governance Poll. Classifica che incorona Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci, con un ampio 69,4%, affiancato sul podio dal messinese Cateno De Luca e da Giorgio Gori, sindaco della Bergamo martoriata dall’epidemia, ex aequo con Marco Bucci che a Genova si è trovato il mandato «invaso» dal crollo del ponte Morandi.

Ma accanto agli onori ci sono gli oneri di un ruolo in cui politica e responsabilità individuale viaggiano in una simbiosi che non si incontra in nessun'altra carica pubblica. Perché quando le risposte invece non arrivano, e l’amministrazione continua ad arrancare fra servizi zoppicanti e conti traballanti, i cittadini si arrabbiano, e fanno piovere i «no» alla domanda sulla disponibilità a rivotare il sindaco in carica. Come succede a Leoluca Orlando a Palermo ed a Virginia Raggi a Roma, appaiati all'ultimo posto con un solo decimale di scarto (38,1% contro 38,2%). A far loro compagnia a fondo classifica ci sono Salvo Pogliese a Catania, Giuseppe Falcomatà a Reggio Calabria, Rinaldo Melucci a Taranto e Luigi De Magistris a Napoli, in una lugubre cantilena di default comunali dichiarati ed ereditati, come a Catania e Taranto, o sospesi in battaglie eterne con la Consulta e la Corte dei conti come a Reggio Calabria e Napoli. Ma mentre le sentenze si accumulano e le carte bollate proliferano, i servizi si fermano, il welfare locale scompare e i cittadini chiedono di cambiare.

Perché fare il sindaco è un mestiere complicato, e spesso la delusione arriva rapida. Lo sa bene Chiara Appendino, che dopo i primi mesi a Palazzo di Città alla guida di Torino vinceva di slancio la corsa del Governance Poll, mentre ora sprofonda alla casella numero 97; un po’ meglio della collega del Campidoglio e un poco peggio rispetto al Nisseno Roberto Gambino, che al 91° posto chiude la non esaltante terna a Cinque Stelle alla guida dei capoluoghi di Provincia.

Queste, però, sono eccezioni. Perché in generale gli italiani che affrontano la crisi del Covid guardano con fiducia ai loro sindaci. E in 83 casi su 105 (79%) offrono agli amministratori locali una percentuale di consensi superiore al 50%. Che non va tradotta in un potenziale risultato elettorale, perché i numeri delle urne dipendono dai candidati alternativi e dalle campagne che le precedono, ma indica una promozione netta. Ai sindaci va molto meglio che ai presidenti di Regione, fra i quali la sufficienza del 50% arriva solo in 5 casi su 18 (27%).

Gli italiani sembrano insomma premiare un modello che nella crisi ha provato a mescolare protagonismo e responsabilità. A Bari Decaro ha girato in lungo e in largo la città distribuendo inviti rudi al ritorno a casa ai cittadini in strada nonostante il lockdown, e da presidente Anci ha coordinato con il governo un intervento di emergenza che, fra le altre cose, ha sospeso i poteri di ordinanza, evitando nei Comuni quel conflitto endemico fra centro e periferia che invece si è verificato con le Regioni. A Messina Cateno De Luca ha invece privilegiato decisamente il primo ingrediente del mix, il protagonismo, che lo ha portato a lanciare proclami al porto per “difendere” la città dai contagi potenzialmente in arrivo dal continente. Molto diversa la cifra di Gori, che si è fatto carico in prima persona del dramma di Bergamo chiedendo verità e riconoscendo anche le sottovalutazioni iniziali. Anche Sala a Milano lo ha fatto, ma evidentemente nel suo caso il cambio di passo è stato meno riconosciuto.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©