Progettazione

A Roma il ristorante verticale firmato Studio Z14 che «sorveglia» il Tevere

di Luigi Prestinenza Puglisi

La zona adiacente Ponte Milvio a Roma è diventata, in questi ultimi anni, uno dei principali luoghi di attrazione della movida cittadina. Il fenomeno ha generato il fiorire di numerose attività legate alla ristorazione, diverse delle quali erano presenti da tempo ma che hanno dovuto riadattarsi alle richieste di un pubblico più variegato di quello familiare tradizionale. Da qui l'esigenza di ampliare e razionalizzare gli spazi esistenti, esigenza però il più delle volte frustrata dalle difficoltà, burocratiche e amministrative, nonché di tutela storico e ambientale, frapposte dalla macchina comunale.

Visto da questo punto di vista, l'ampliamento del ristorante "Macello" costituisce una eccezione. Un atto spericolato, mentre dovrebbe essere considerato come un intervento normale in una realtà sia pur moderatamente dinamica come quella romana.
Si tratta di un intervento progettato da Alessandro Ridolfi dello Studio Z14. Nonostante consista in meno di un centinaio di metri quadrati, il risultato è una torre così soprannominata perché, con la sua sagoma snella e i suoi tre piani di altezza, si fa notare rispetto all'edilizia circostante, evocando le torrette di avvistamento medievali poste sulle vie consolari romane. E qui siamo lungo il tragitto della antica via Flaminia.
L'intervento, realizzato velocemente con una struttura prefabbricata in legno, a testimonianza della crescente vitalità di questo comparto produttivo, si inserisce in un paesaggio urbano frammentario ma ricco di elementi architettonici di grande pregio, stratificati nei secoli. E rappresenta un ulteriore tassello che arricchisce un dialogo tra antico e il nuovo già interessante e stimolante.

«Abbiamo voluto - ci racconta Alessandro Ridolfi - che la torre con il suo sviluppo verticale, oltre a ampliare e a collegare gli spazi già destinati a ristorazione del vicino casale preesistente, costituisse, una struttura permeabile al paesaggio e tale da creare un'interazione costante tra interno e esterno».
L'inclinazione verso Via Flaminia, con la soluzione d'angolo proposta, ha, inoltre, l'intento di creare un segnale per il quartiere. La notte l'edificio prende vita illuminandosi. E la luce, attraverso l'utilizzo di sottili strisce led che definiscono i piani orizzontali, è stata studiata per esaltarne le forme nette e decise. Mentre i segnali luminosi color bronzo e argento, posti alla quota del piano stradale, accompagnano gli ospiti lungo il percorso di accesso.

La torre, come accennavamo, accoglie una scala che serve a collegare i piani preesistenti del vecchio casale. Al piano terra la scala è affiancata da una zona grill con cucina a vista che così integra gli spazi preesistenti destinati alla ristorazione e alla cucina. Al piano primo è affiancata una zona lounge circondata da un terrazzo ( la stessa scala disimpegna anche gli spazi delle cucine e di servizio dell'edificio preesistente). Al secondo piano nella torre è ubicato uno spazio destinato ad ufficio, circondato da un terrazzo e dalla terrazza dell'edificio preesistente.

A distinguere il nuovo edificato dalla preesistenza, intonacata giallo ocra, è Il rivestimento in acciaio corten. «Abbiamo molto curato - ci racconta Ridolfi- la scelta dei materiali: i colori caldi del pavimento esterno si stendono come un elegante tappeto, per poi trasformarsi in colori più freddi e dal carattere deciso in prossimità degli spazi interni; inoltre, tutti gli ambienti di servizio, dalle cucine ai servizi, sono stati studiati nel loro design funzionale ed estetico, con materiali innovativi per creare un ambiente stimolante non solo per l'accoglienza degli ospiti, ma anche per la creazione del cibo». Gli spazi all'aperto, infine, sono stati riqualificati attraverso il verde che contribuisce a dividere la zona con tavoli all'aperto da quella dedicata allo street food.

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