Urbanistica

Superbonus, alleanze fra quattro big per tuffarsi sul mercato del 110%

Dopo Intesa e Deloitte altri big fanno rotta sul nuovo sgravio: accordo Unicredit-Pwc, e si muovono EY e Kpmg

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di Giuseppe Latour

«Ogni settimana che passa dedichiamo decine di persone in più al superbonus: fiscalisti, consulenti, esperti di tecnologia». Il livello altissimo di attenzione che i giganti della consulenza fiscale, tributaria e legale stanno riservando in questi mesi al superbonus è tutto in queste parole, con le quali il partner di una delle Big four descrive il processo che sta portando rapidamente alla nascita di un nuovo mercato in Italia.Se per i cittadini comuni i meccanismi del 110% sono ancora in fase di assestamento, tra chiarimenti delle Entrate, assemblee condominiali e studi di fattibilità, c'è una galassia di soggetti che, già dallo scorso giugno, tratta invece il 110% come una realtà parecchio solida, con un gigantesco potenziale economico. Muovendosi sottotraccia, allora, si è già consolidata una catena di attori che è destinata a diventare centrale per il nuovo mercato. Ci saranno le banche, essenziali per sostenere le operazioni di cessione dal punto di vista finanziario. Ma, come anello irrinunciabile, anche le Big four si sono già tutte mosse per svolgere un ruolo difficile: vigilare sulle operazioni legate al 110%, dall'inizio alla fine, offrendo anche tutti i servizi che consentiranno di ottenere il credito fiscale.

Il mercato
Il primo accordo ad essere annunciato, già qualche giorno fa, è stato quello tra Intesa Sanpaolo e Deloitte. Nei prossimi giorni sarà ufficializzato un accordo simile tra Unicredit e Pwc: i clienti sul territorio stanno già ricevendo materiale informativo che dà conto dell'offerta e della collaborazione. E si andrà ancora avanti, perché a lavorare sul superbonus ci sono anche EY e Kpmg. Così, nel giro di poco, i contratti di collaborazione tra le Big four e gli istituti di credito diventeranno almeno una decina. Senza dimenticare che nella partita entreranno anche le compagnie di assicurazione.

Offerta su due livelli
L'approccio usato dai diversi attori per affrontare il mercato che si sta formando, al di là di naturali differenze nei dettagli, è molto simile nelle linee generali e viaggia su due livelli. Al primo, l'attività di consulenza serve ad assistere la banca, facendo tutte le verifiche necessarie ad assicurarsi che la complessa procedura del superbonus funzioni correttamente. «Il nostro intervento, almeno in alcuni casi, può anche arrivare in fase preventiva, ad esempio quando un general contractor presenta un progetto da fare alla banca, magari per un preliminare di cessione del credito», dice Gianluca Stancati, partner Kpmg Tax&legal.Un esempio aiuta a capire. Pensiamo a un amministratore di condominio che arrivi in banca con i propri professionisti di fiducia, un'impresa e un progetto. Per controllare che il credito esista e non ci siano contestazioni successive, tutto andrà monitorato con cura, utilizzando competenze che la banca da sola non sempre possiede, da quelle fiscali a quelle più progettuali e tecniche. «Il finanziamento ponte - dice Manuel Pincetti, partner Monitor Deloitte - è un finanziamento che non ha una garanzia reale associata. Per questo, il processo di verificare prima l'esistenza del credito futuro è un meccanismo di tutela dal punto di vista creditizio».E qui va fatta una precisazione. Le norme liberano il cessionario (la banca) dalla responsabilità sul credito. Una volta acquisito il bonus, il problema riguarda il cedente (il cittadino). Esiste, però, un rischio reputazionale al quale tutti gli istituti stanno dedicando grande attenzione: meglio evitare che crediti acquisiti in massa dalle banche diventino oggetto di un contenzioso futuro. «È un pericolo che tutto il sistema vuole evitare - dice Marco Ragusa, partner responsabile Tax&legal del financial service di EY -, ecco perché noi abbiamo reputazione sul mercato e risorse che ci avvantaggiano rispetto ad altri. Per questo, siamo sul progetto del superbonus ormai da mesi».

I servizi collegati
Ma è il secondo livello ad essere più interessante dal punto di vista commerciale. In questo caso, la società di consulenza non fa solo da controllore, ma va oltre e offre tutti quei servizi che servono a realizzare l'operazione. «Cerchiamo di accompagnare l'impresa o il condominio dall'inizio alla fine, documento dopo documento - spiega Antonio Piciocchi, equity partner Sts Deloitte -. A volte, vengono impostate operazioni scorrette alla radice. Noi siamo in grado di prevenire errori».Il 110% parte da uno studio di fattibilità e si chiude, prima della cessione, con un visto di conformità. Tutto quello che c'è in mezzo viene offerto dalle Big four: asseverazioni tecniche, attestati, progetti. «Nessuno vuole entrare nel merito delle scelte dei clienti, che saranno totalmente liberi - sottolinea Ragusa - ma, laddove ci fosse bisogno, verrà offerto un servizio estremamente valido sotto il profilo professionale».Teoricamente, allora, sarà possibile andare in banca solo con l'idea generica di accedere al 110% ed appoggiarsi completamente alla struttura messa in piedi dall'istituto e dalla sua società partner. I visti di conformità verranno, in questo caso, apposti all'interno delle società di consulenza. Per i servizi più tecnici ci si rivolgerà, invece, all'esterno. In qualche caso, saranno le filiali ad avere accordi con ordini o associazioni di imprese locali alle quali chiedere. In altri casi, le Big four metteranno a disposizione società partner legate all'immobiliare, che abbiano al loro interno le competenze necessarie a condurre queste operazioni. Stancati fa un esempio: «Noi offriremo un servizio multidisciplinare integrato che, con la società partecipata Protos, abbraccia anche la componente tecnica, incluse, se richieste, attestazioni, asseverazioni tecniche e di congruità».

Le piattaforme digitali
Tutto, comunque, sarà messo a sistema attraverso procedure digitalizzate. Ogni società di consulenza fornirà una piattaforma online "end to end", integrata con i sistemi della banca, nella quale saranno raccolte le informazioni necessarie a condurre tutta l'operazione legata alla cessione del credito: pratiche, asseverazioni, visti, attestazioni. La piattaforma farà anche un primo controllo automatizzato. E consentirà di portare a conclusione il processo mettendosi al riparo da ogni futura contestazione.

Il marketplace
E c'è un ultimo fronte, che qualcuno sta già iniziando a esplorare: negoziare i crediti fiscali derivati da queste operazioni su una piattaforma digitale. Un primo marketplace è già pronto a partire e sarà annunciato a giorni da Crif, insieme alla fintech Workinvoice, con il supporto di Pwc.

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