Amministratori

Coperture manovra: nella partita finale anche scuole e affitti Pa

Ritocchi nel mirino. La legge di Bilancio lievita a 1.1150 commi. La Ragioneria chiede lo stralcio di 14 norme e la riformulazione di altre 65

di Marco Mobili e Marco Rogari

Anche negli ultimi metri prima del traguardo del via libera della Camera, il cammino della manovra è proseguito a singhiozzo. Appena approdato in Aula il testo, gonfiato dagli oltre 250 emendamenti approvati in Commissione e lievitato a ben 1.150 commi, è dovuto subito tornare alla ”Bilancio”. A imporre un nuovo, lungo “pit stop”serale sono state le 14 richieste di stralcio arrivate dalla Ragioneria generale, per mancanza di copertura o a causa di relazioni tecniche inadeguate, accompagnate dalla sollecitazione a riformulare altre 65 norme. A finire nel mirino dei tecnici del Mef è stato insomma quasi un terzo dei ritocchi votati nello scorso week end. E nell’elenco non mancano misure d i un cero “impatto” come la nona salvaguardia per 2.400 esodati, la prosecuzione della Cig in deroga per le aree in crisi di Trento e Bolzano e la riduzione dell’Iva sui marina resort.

La richiesta di stop ha interessato anche, tra le varie misure, il sostegno ai centri diurni e alle residenze sanitarie, l’aumento delle risorse per gli accertamenti diagnostici neonatali, lo sconto sugli immobili dismessi dalla Pa. E ancora: la riduzione a 500 alunni della soglia minima per l’attribuzione di un dirigente scolastico e altri correttivi per il settore scolastico e il centro di formazione dei Vigili del fuoco a L’Aquila.

L’invito a correggere una serie di mancanze o errori ha invece toccato l’esenzione dell’Iva su vaccini e tamponi, i 100 milioni del bonus tv smart e la riorganizzazione della Croce rossa. Una revisione ampia, dunque, quella chiesta dalla Ragioneria.

Il capitolo su cui la tensione è rimasta più alta per tutta la giornata è stato sicuramente quello degli esodati, su cui la maggioranza aveva spinto di fatto in blocco per garantire la nuova salvaguardia a 2.400 lavoratori per un costo di 115,1 milioni nei prossimi sei anni. Un intervento che «comporta maggiore spesa pensionistica con ulteriori e maggiori oneri non quantificati né coperti», ha sostenuto nel suo documento Rgs. Che ha aggiunto: «Non si tratta di esodati ma di salvaguardati». L’alt è stato richiesto per mancanza di completezza della relazione tecnica. E questo ha consentito alla maggioranza di confezionare alcune modifiche all’emendamento votato in commissione, per ridurre platea e costi, e puntellare tutta la parte tecnica. Con questa soluzione, su cui ha lavorato a lungo, la maggioranza ieri sera era sicura di superare le obiezioni della Ragioneria. E gli stessi tecnici del Mef apparivano orientati a non bloccare questa nuova versione.

Il nuovo passaggio in Commissione si è prolungato fino a tarda sera con il risultato di allungare ulteriormente i tempi per il sì con la fiducia, mentre maggioranza e opposizione, anche in sede di conferenza dei capigruppo, cercavano un’intesa sulla possibilità di derogare alle 24 ore che per regolamento separano la richiesta di fiducia da parte del governo dall’avvio della discussione e dalle votazioni finali e degli ordini del giorno, e concedere così il disco verde al più tardi domani.

Ma Fratelli d’Italia ha fatto sapere di non essere disposto a dare il proprio assenso a tagliare i tempi senza la rinuncia da parte del governo alla norma sui money transfer.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©