Amministratori

Serve un decreto snello con otto vere riforme taglia-burocrazia

La caratura del decreto semplificazioni non si valuterà dal numero di articoli ma dalla presenza di riforme (in parte già annunciate) che incidano nella carne viva della burocrazia italiano eliminando passaggi che oggi rendono incerto o eccessivamente lungo l’iter delle opere pubbliche. Bisogna interrompere con un colpo di accetta il “gioco dell’oca” fatto di rimpalli di responsabilità, inerzia burocratica, tempi indeterminati di decisione della singola amministrazione, pareri sovrapposti e ripetuti. Con il risultato di impiegare 15 anni per completare un’opera, otto dei quali precedenti alla fase della gara. Ecco i tasselli davvero fondamentali della riforma.

CODICE PENALE
Limitare l'abuso d'ufficio

Limitare e chiarire il perimetro del reato, fermare la burocrazia difensiva, prevedere il reato nel caso di omissioni o ritardi di atti dovuti per punire il "non fare".

DANNO ERARIALE
Paga anche chi non fa

Limitare la responsabilità erariale al solo caso di dolo per il funzionario che svolge un'azione, mentre la colpa grave resterebbe perseguibile nel caso di omissione di un'azione. Per rendere più rischioso il "non fare" del "fare".

PA E TECNOLOGIA
Gare digitalizzate

Come previsto dal codice appalti (ma i provvedimenti attuativi non sono stati emanati) bisogna digitalizzare le gare e anche l'intero procedimento di progettazione (Bim), approvazione progetti, autorizzazioni.

AUTORIZZAZIONI
Una Via in 90 giorni

La valutazione di impatto ambientale resta uno dei passaggi che più rallenta l'iter autorizzativo delle opere, non solo per l'emissione del parere primario, che quasi mai risponde ai termini fissati per legge, ma anche per le prescrizioni imposte dal parere che poi impongono nuovi passaggi, nuove approvazioni senza scadenze temporali definite.

PARERI REITERATI
Alt al gioco dell'oca

Sarebbe necessario introdurre un principio generale tassativo per cui se una amministrazione si è già espressa su un programma, su un progetto, su una delibera, in nessun caso si può tornare a chiedere un parere su quell'atto alla stessa amministrazione. In questo modo sarebbe bloccato il principale male della burocrazia italiana, il gioco dell'oca che continuamente impone di tornare a passare per il Via.

CODICE APPALTI
Un rating per le Pa

La riforma più radicale contenuta nel codice appalti è rimasta lettera morta. Si tratta del rating per le pubbliche amministrazioni, che, se non hanno alcune caratteristiche organizzative e di capacità tecnico-amministrative necessarie per svolgere un appalto, non sono qualificate come stazione appaltante. Per questa via sarebbe anche possibile ridurre l'abnorme numero di stazioni appaltanti, oggi superiore alle 30mila per concentrare questi poteri in poche amministrazioni e centrali operative cui potrebbero rivolgersi anche le amministrazioni pubbliche "non appaltanti".

SEMESTRE BIANCO
Corsie di emergenza

Per aggirare la discussione che lacera la maggioranza sui commissari e sui poteri in deroga si potrebbe cominciare ad approvare una norma che consenta a tutte le amministrazioni di fare ricorso, per un periodo emergenziale di sei mesi, alla corsia veloce prevista dallo stesso codice all'articolo 63. È lo stesso usato dal commissario sindaco di Genova Marco Bucci per la ricostruzione del Ponte.

CONFERENZE DI SERVIZI
Termini certi

Occorre fare della conferenza di servizi un momento decisionale unico per le autorizzazioni di un progetto. CIn quella sede vanno espressi tutti i pareri, compresi quelli ambientali e paesaggistici. fondamentale che la conferenza sia convocata in un arco di tempo massimo di 30 o 60 giorni e che in quel termine vengano espressi tutti i pareri. Altrimenti scatta il silenzio assenso o la prossibilità per la'mministrazione proponente di procedere comunque.

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