Appalti

Terzo Valico, in 30 a processo per il presunto giro di tangenti dell'Av Milano-Genova

L'accusa è di aver manipolato le gare d’appalto del costo di 6 miliardi. Ma sul procedimento incombe il rischio prescrizione

di Ivan Cimmarusti

Il presunto giro di tangenti per la costruzione del Terzo Valico, l’alta velocità che collegherà Milano a Genova, va a processo. Il giudice per l’udienza preliminare del capoluogo ligure ha in parte accolto le richieste della Procura della Repubblica, disponendo il giudizio nei confronti di 30 persone (su 36) accusate di aver manipolato le gare d’appalto del cantiere, del costo di 6 miliardi. Ma sul procedimento incombe il rischio prescrizione.

A dibattimento, tra gli altri, finiscono Pietro Salini, oggi ad di WeBuild, l’ex Ragioniere dello Stato Andrea Monorchio, il figlio imprenditore Giandomenico, l’ex superdirigente del ministero delle Infrastrutture Ercole Incalza, l’ex presidente di Cociv, il general contractor del Terzo Valico, Michele Longo, l’imprenditore Stefano Perotti e Duccio Astaldi di Condotte d’Acqua spa.

Nel mirino dei pm di Genova è finito un presunto «sistema» di smistamento degli appalti, oltre alla gestione dei fondi pubblici da parte del Cociv, il consorzio formato in origine da Salini-Impregilo, Condotte d’Acqua e Civ, per la realizzazione della nuova linea ad alta velocità, circa 53 chilometri, 37 dei quali sotterranei. L’accusa su Salini, oggi ad di WeBuild che ha costruito il nuovo ponte di Genova, si basa su una telefonata con l’ex presidente Cociv Michele Longo, in cui avrebbe chiesto di escludere dalle commesse il cugino Claudio, il quale nel 2005 aveva lasciato l’azienda familiare per crearne una sua. Salini ha voluto precisare che «nell’unica telefonata che costituisce oggetto della mia contestazione mi raccomandavo, a gare già concluse, che fosse attribuita la massima attenzione alla capacità industriale, alla solvibilità e all’affidabilità nella realizzazione delle opere da parte delle imprese affidatarie, da chiunque fossero possedute, compresi componenti della mia famiglia».

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