Amministratori

Amministrative a ottobre, ridotte a un terzo le firme per le liste

Da Roma a Napoli rebus candidati. Vanno al voto oltre 1.200 Comuni

di Mariolina Sesto

Elezioni amministrative rinviate all’autunno. Il governo sceglie di rimandare il voto negli oltre 1.200 comuni e anche le regionali in Calabria. Sono 12 milioni le persone coinvolte e l’allarme per l’aumento dei contagi, secondo il governo, è troppo alto per consentire campagne elettorali in sicurezza prima dell’estate.

Siglata l’intesa fra i partiti, è stato il Consiglio dei ministri a suggellare la decisione con l’approvazione di un decreto legge ad hoc. L’appuntamento è fra il 15 settembre e il 15 ottobre ma è possibile che si decida per un election day. Sarà però su due giorni per garantire maggiore sicurezza e rispetto delle misure anti Covid: una data probabile è quella del 10 e 11 ottobre.

Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna, tra i capoluoghi, dovranno dunque aspettare per vedere rinnovati i vertici delle amministrazioni cittadine. E aspetterà anche Siena, dove si voterà per le suppletive della Camera dopo che Pier Carlo Padoan si è dimesso per passare ai vertici di Unicredit. D’altro canto che andare alle urne in piena pandemia sia un rischio da evitare, laddove sia possibile, è stato lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella a ricordarlo quando ha conferito l’incarico a Mario Draghi. «L’annuncio del rinvio delle elezioni amministrative è la cartina di tornasole della reale recrudescenza del Covid che rischia di far tornare indietro le lancette a un anno fa» commenta Roberto Occhiuto, capogruppo facente funzioni di Forza Italia alla Camera.

E per facilitare le operazioni, solo per il 2021 e solo per le elezioni Comunali e circoscrizionali, il numero minimo di firme richieste per la presentazione delle liste e candidature è stato ridotto ad un terzo.

Lo slittamento era atteso, conferma il presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro, che pronostica il voto per i «primi di ottobre». Quando si spera di «arrivare in una situazione in cui il contagio si sarà abbassato - è il ragionamento - e i vaccini avranno coperto buona parte della popolazione». Evitando al contempo una campagna elettorale sotto l’ombrellone. In Calabria resta dunque alla guida della Regione Nino Spirlì, che ne ha preso il comando dopo la morte di Jole Santelli. Le elezioni erano fissate per l’11 aprile ma ora saranno nuovamente rinviate. Si tratta di una scelta dettata da ragioni “politiche”, attacca Luigi De Magistris, sindaco del capoluogo partenopeo e candidato alla guida della Calabria, dove ha speso gran parte della sua vita lavorativa da magistrato. E se è vero «che tutti speriamo che per l’autunno i vaccini siano milioni, ricordiamo anche - aggiunge - che sarebbero appena ricominciate le scuole e bisognerebbe nuovamente chiuderle». La scelta di rinviare campagna elettorale e elezioni all’autunno infatti sarebbe stata dettata anche dall’esigenza di evitare che i ragazzi e le ragazze perdano altri giorni di scuola. Dopodiché i partiti, nel centrosinistra come nel centrodestra, sono ancora lontani dall’aver chiuso sui candidati da presentare. Con l’eccezione di Beppe Sala a Milano e Raggi a Roma (dove però il quadro non è definito), non sono stati ancora individuati i candidati. Avere più tempo per scegliere chi correrà nelle grandi città rappresenta quindi un’opportunità.

Proprio ieri nella Capitale il Pd romano ha incontrato l’ex ministro Roberto Gualtieri e gli ha ufficialmente chiesto di candidarsi. Ma il terremoto dovuto alle dimissioni di Zingaretti non semplifica la strada. Nel centrodestra si fa il nome di Guido Bertolaso ma anche qui un accordo non è stato ancora raggiunto.

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