Urbanistica

Porti, La Spezia e Marina di Carrara apripista nella pianificazione strategica

A Urbanpromo (20 novembre) l'Authority illustra il primo Documento di pianificazione approvato in Italia

immagine non disponibile

di M.Fr.

Nei porti italiani non solo si concentrano ovvie funzioni strategiche di ordine trasportistico e logistico, ma si gioca anche una importante partita urbanistica. E questo perché le città italiane, diversamente da quelle in altri paesi, non hanno delocalizzato per tempo le zone di attracco e traffico merci e passeggeri, così che i porti italiani hanno finito per fare parte integrante delle città, costituendo a volte anche una barriera tra l'aggregato urbano e il mare.

Come è noto con il correttivo al Dlgs n.169/2016 (Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione della disciplina concernente le Autorità Portuali) alla pianificazione portuale è stata attribuita una dimensione strategica inedita, prevedendo nel processo di pianificazione del porto il Documento di Pianificazione Strategica di Sistema (Dpss).

L'incontro su dedicato alla "dimensione strategica dei piani portuali" - in programma il 20 novembre prossimo a Urbanpromo Progetti per il Paese - servirà a fare un bilancio di questi primi anni di vita della novità. «Nel 2016 - spiega Rosario Pavia, responsabile della Community dell'Istituto nazionale di urbanistica Porti città territori - è stata portata a termine una revisione complessiva della legislazione sulla portualità, che risaliva al 1994. Nel convegno a Urbanpromo faremo il punto sulla risistemazione, e in particolare approfondiremo il nuovo strumento costituito dal Documento di pianificazione strategica di sistema».

Il Dpss, ricordano i tecnici dell'Inu, ha una duplice funzione: da un lato fa in modo che i porti siano inseriti nel sistema infrastrutturale di riferimento, in un'ottica strategica, per meglio utilizzarli nelle loro funzioni; dall'altro il Documento ha l'obiettivo di ottimizzare le relazioni tra porti e sistemi urbani, particolarmente importante in contesti come i nostri dove, come si diceva, gli scali sono "immersi" nelle città.

Al centro della giornata del 20 novembre ci sarà un caso concreto, offerto dall'Autorità di Sistema Portuale Mar Ligure Orientale - competente sui porti della Spezia e di Marina di Carrara - che è stata la prima in Italia, ad approvare il Dpss, dopo due anni di lavoro. «Si tratta di un documento molto agile e snello - anticipa il segretario generale dell'Authority portuale - Francesco Di Sarcina - che detta le regole generali di natura strategica al disegno di pianificazione che seguirà. È dettagliato solo nella distinzione tra aree portuali in senso stretto e aree di interazione porto-città»: sulle prime agiranno i piani regolatori portuali, mentre le altre saranno pianificate dai Comuni.

Di Sarcina spiega che sui porti di Spezia e di Marina di Carrara si è svolto un confronto con gli enti e gli stakeholder del territorio, definendo cinque principi comuni di strategia. Uno di questi consiste nel'individuare «ampliamenti infrastrutturali che siano il più realizzabili possibile, indicazione che troverà realizzazione specifica a seconda delle caratteristiche e delle esigenze dei due territori». Un altro principio è quello dell'unificazione della gestione privata delle funzioni crocieristiche. L'orizzonte è quello del miglioramento e dell'efficienza che si traduce anche, dice Di Sarcina, «nell'ottimizzazione degli spazi, delle funzioni e delle infrastrutture per i due scali», che sempre di più nel dialogo e nella relazione si andranno a costituire come un unico porto.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©