Amministratori

Organismi di valutazione, niente crediti ai dirigenti

Definito il Dpcm della ministra della Pa Fabiana Dadone che aggiorna la disciplina 2016 sugli Oiv

di Francesco Verbaro

È stato ultimato il decreto della ministra Dadone con il quale si aggiorna la disciplina contenuta nel decreto ministeriale del 2 dicembre 2016 sull'elenco nazionale dei componenti degli Organismi indipendenti di valutazione (Oiv) per adeguare la materia alle previsioni degli articoli 14 e 14-bis del Dlgs 150/2009, come modificati dal Dlgs 74/2017, e per tener conto delle variazioni operate nel frattempo da successivi decreti. Il decreto è prevalentemente compilativo, per racchiudere in un unico testo norme sparse in altri provvedimenti. Per l'incarico di Presidente di Oiv e titolari di Oiv monocratici sono modificate alcune previsioni relative alla nomina. Sono stati ampliati i limiti relativi all'appartenenza a più Oiv fino a 4 organismi, consentendo così di utilizzare le professionalità migliori presso più amministrazioni. Al contempo per i dipendenti delle Pa il limite è pari a due. Ai fini dell'attribuzione delle fasce professionali, all'esperienza professionale maturata negli ambiti relativi ai requisiti di esperienza e competenza è equiparata l'esperienza dirigenziale non generale di almeno 5 anni per la fascia 1, all'esperienza dirigenziale generale di almeno 5 anni per la fascia 2 e, da ultimo all'esperienza dirigenziale generale di almeno 8 anni per la fascia 3.

Inoltre, l'acquisizione dei crediti formativi non viene prevista per i dirigenti pubblici in servizio. È poi ampliata la facoltà della Sna di stipulare convenzioni con Università, ordini professionali e albi.Era necessario aggiornare la normativa sugli Oiv e superare il decreto del 2016, ma l'intervento serve a risolvere i problemi di cui soffre la valutazione nella Pa. Il rischio è di rafforzare una visione «Oiv centrica» del ciclo della performance sminuendo ulteriormente il ruolo più importante dei veri protagonisti, del processo: gli organi di indirizzo politico con gli staff e la dirigenza. Un approccio del genere non farebbe altro che deresponsabilizzare soggetti che considerano l'individuazione degli obiettivi rilevanti, misurabili e sfidanti e la valutazione un'attività inutile, faticosa ma soprattutto impopolare, non conveniente per la pax sociale interna. Ma quali sono i problemi degli Oiv? Sono spesso sottodimensionati, mal retribuiti, considerati organi utili per conferire incarichi, non sempre dotati di strutture adeguate, isolati e soprattutto ignorati dall'organo di indirizzo politico che dovrebbe essere il primo beneficiario della loro attività.Ci sono esperienze interessanti e molte buone pratiche, ma la normativa sulla programmazione e la valutazione delle performance è stata tradotta in tanti adempimenti ma pochi cambiamenti.

La programmazione con l'assegnazione degli obiettivi è un'attività burocratica e formale. Non poche volte l'Oiv sostituisce l'amministrazione nella predisposizione del Piano della performance, della relazione di consuntivo o del sistema di valutazione che dovrebbe essere un importante atto datoriale solo sottoposto alla valutazione dell'Oiv. Sostituisce inoltre l'organo di indirizzo politico, in quanto spesso è l'Oiv a predisporre i documenti di programmazione e delle proposte di obiettivi, firmate malvolentieri e con scetticismo. È l'Oiv che cerca di ricordare che gli atti di programmazione devono essere (almeno) firmati entro gennaio e che gli obiettivi non possono essere assegnati nella seconda parte dell'anno di riferimento. La ritardata adozione andrebbe considerata come una mancata adozione, con le relative conseguenze.Giusto prevedere, come dice l'articolo 9 del decreto (norma preesistente) una verifica sull'attività dell'organismo da parte della Funzione pubblica. Ma chi vigila sugli obblighi in capo all'organo di indirizzo politico, frequentemente violati? Difficile immaginare un'autorità sopra la politica. La Civit durò poco. Forse proprio in questo caso, all'organo politico che non adotta tempestivamente i documenti di programmazione e ne trascura la qualità, potrebbe applicarsi la riduzione per l'anno dell'indennità.

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