Urbanistica

Dl Semplificazioni, sulla rigenerazione urbana, maggioranza a rischio. Ance: una follia

Al Senato nuova giornata a vuoto, l’arrivo del decreto in Aula slitta al 2 settembre

di Giorgio Santilli

Ancora nessuna schiarita nella maggioranza sul decreto legge semplificazioni: è rinviato a oggi il confronto sui nodi che stanno rallentando l'iter del provvedimento al Senato e che quasi certamente porteranno a uno slittamento a domani dell'approdo in Aula. L'intoppo principale riguarda ancora il mancato accordo fra i partiti di governo sull'articolo 10 che vorrebbe facilitare e sburocratizzare gli interventi di rigenerazione urbana. Il braccio di ferro gira intorno agli emendamenti della senatrice di Leu, Loredana De Petris, che non desiste nel suo tentativo di escludere le zone omogenee A delle città (non solo centri storici ma anche «nuclei e complessi edilizi consolidati a carattere storico e a valenza architettonica diffusa antecedenti il 1944») dalla facilitazioni apportate dall'articolo per gli interventi di demolizione e ricostruzione. Si prova ancora una riscrittura delle norme. Ma non è l'unico tema.

Ieri pomeriggio la votazione nelle commissioni Affari costituzionali e Lavori pubblici è andata avanti fino all'articolo 56 (su 64) ma molti sono stati gli emendamenti accantonati. Dopo un ulteriore incontro serale di maggioranza per tentare di affrontare le questioni sospese, le commissioni hanno ripreso in seduta notturna con l'obiettivo di chiudere il voto sul testo, al netto degli emendamenti accantonati. Un altro nodo riguarda la semplificazione della valutazione di impatto ambientale nei lavori negli aeroporti. Ma ci sono attriti tra Pd e Iv anche sugli emendamenti per ammodernare i centri sportivi e gli stadi, primo fra tutti lo stadio di Firenze: potrebbero risolversi con una proposta a firma dei relatori in grado di assorbire tutte quelle fatte in tal senso. In particolare i due emendamenti del leader di Italia Viva, Matteo Renzi, e della senatrice fiorentina del Partito democratico, Caterina Biti, vicina a Luca Lotti. Partita fiorentina anche sull'aeroporto con il tentativo del pentastellato Gianluca Ferrara di introdurre la valutazione ambientale strategica (Vas) per lo scalo fiorentino per rinviarne i progetti.

La partita sulla riqualificazione delle città utilizzando lo strumento della demolizione e ricostruzione resta la partita più insidiosa per la maggioranza. Anche perché ha scatenato le reazioni furiose di un pezzo consistente del mondo delle imprese. Ieri è tornata all'attacco l'Ance, l'associazione dei costruttori, con toni durissimi che hanno riguardato anche la deregulation negli appalti. Il presidente Gabriele Buia si è rivolto direttamente al premier: «Chiedo al Governo: sono queste le norme che dovevano sbloccare il Paese? Sta passando - ha detto Buia - una logica conservativa folle che renderà definitivamente impossibile intervenire su edifici fatiscenti e insicuri senza alcun valore architettonico, di trasformare aree dismesse, di riqualificare caserme, ospedali, aree militari. E poi speriamo di vendere questo patrimonio a qualcuno?».

Per Buia « si sta andando verso l'immobilismo, il degrado dei nostri centri urbani e la deregolamentazione delle procedure di gara invece di snellire quelle a monte».Le proposte emendative all'articolo 10, in particolare, dice Buia, rischiano di bloccare tutti gli strumenti urbanistici esistenti e di consegnare i centri storici e ampie zone urbane all'incuria e all'abbandono. «Per aiutare le nostre città a rinascere - ha continuato - dopo una crisi durissima e dopo anni di immobilismo occorrono strumenti flessibili affinché si possa intervenire per demolire edifici in disuso privi di valore storico-artistico, dando nuova vita a zone dismesse e insicure: la tutela dei centri storici che sta a cuore a tutti non si ottiene moltiplicando vincoli e impedimenti che di fatto bloccano ogni iniziativa di recupero e di trasformazione urbana».

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