Imprese

Sono 204 i Comuni senza una rete fissa

Ci sono 204 Comuni italiani “no Internet”, cioè con oltre il 10% degli indirizzi civici che non ha nessuna possibilità di connessione da postazione fissa. È la fotografia scattata nell’ambito dei lavori del tavolo tecnico Pisano, con la collaborazione dell’Agcom, aperto in pieno lockdown. Inoltre, secondo DigitEconomy.24 (report di Radiocor e Luiss Business School), 46 piccoli comuni sono senza alcuna copertura di rete fissa, in 130 la quota senza connessione è superiore al 20%, mentre in 1.074 comuni i civici non coperti sono meno del 10 per cento. Poco oltre il 90% degli indirizzi in esame rientra nel piano di cablaggio di Open Fiber che si è aggiudicata le gare per le aree a fallimento di mercato. Se si include anche la rete mobile, secondo un requisito di velocità minima indoor di 2 Mbps, il numero di comuni “No Internet” scenderebbe però da 204 a 73. La maggior parte si concentra in Piemonte, nelle province di Cuneo, Alessandria, Torino e Asti, nel Molise, nella Liguria e in Sicilia. Il quadro delineato da Agcom è già al netto delle aree dove Tim ha deciso di investire, con l’apertura di circa 7mila cabine, portando cioè la fibra fino agli armadi di strada. «Il problema è di portare la connettività da rete fissa in questi comuni il più presto possibile - spiega Giovanni Santella a capo della Direzione reti dell’Agcom - anche proponendo un anticipo, per questi Comuni, dei piani attuali di roll-out di Open Fiber». Per questo motivo l’Agcom sta completando il rapporto, che comprende gli interventi proposti dagli operatori, da sottoporre al tavolo tecnico Pisano, coordinato da Guido Scorza. «Stiamo collaborando al tavolo, abbiamo dato il nostro contributo – chiarisce Francesco Nonno, direttore regolamentazione di Open Fiber - che consiste in una forte accelerazione del nostro intervento in una parte consistente dei comuni individuati». Anche Eolo ha dato disponibilità a intervenire. «Abbiamo già inviato – dice Luca Spada, amministratore delegato di Eolo -la lista delle aree che copriamo, e stiamo preparando un ulteriore documento con i comuni che possiamo raggiungere con un ulteriore sforzo ». Eolo, peraltro, si dice anche pronta a entrare nella rete unica in banda ultra larga, qualora il progetto di combinazione tra Open Fiber e la rete di Tim andasse in porto, ma a patto che vengano prese in considerazioni le reti esistenti in fwa (tecnologia mista fibra-radio) che l’azienda realizza. L’urgenza di completare la rete in banda ultra larga e digitalizzare il Paese, è condivisa dal presidente di Confindustria Digitale, Cesare Avenia. «Concordiamo col piano Colao quando afferma che, poiché questa infrastrutturazione è cruciale per la produttività del Paese, si deve anche prevedere l’intervento del governo per semplificare e accelerare le procedure».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©