Progettazione

Studio Citterio truffato da segretaria infedele: rubati 4,5 milioni di euro

Con la complicità di un funzionario di banca la ex-collaboratrice ha sottratto somme per cinque anni

FOTO: Giuseppe Maritati

di M.Fr.

Un architetto importante e famoso, una dipendente infedele e un funzionario di banca connivente. Un mix che ad Antonio Citterio, fondatore con Patricia Viel del blasonato studio di architettura con sede a via Cerva, a Milano, è costato 4,5 milioni. Secondo i particolari emersi e riportati dall'Ansa, il designer è stato vittima di una grossa truffa "architettata" ai suoi danni nel corso di ben cinque anni, dal 2013 al 2018. A tradire la sua fiducia sarebbe stata Licia Azzurrina Scagliotti (indagata), una delle sue collaboratrici alla quale - evidentemente in virtù di un solido rapporto fiduciario - era stata la delega a operare sui conti correnti del professionista. L'accesso ai conti ha così consentito nel tempo di prelevare somme per complessivi 4,5 milioni. A nascondere i ripetuti furti pensava un (ex) funzionario della banca Bpm, Simone Facchinetti, che è riuscito a tenere completamente nascosto il meccanismo truffaldino all'istituto di credito. Almeno fino al momento in cui l'architetto è stato "allertato", come ha riferito il Gip, da alcuni funzionari di banca Bpm che avevano notato che c'era qualcosa che non andava: la firma su alcuni assegni e documenti bancari non corrispondeva alla sua.

L'indagine ha preso il via dalla denuncia, nel 2018, dello stesso titolare dello studio di architettura. A chiarire i contorni della vicenda sono stati gli accertamenti coordinati dal Pm Giovanni Tarzia, attraverso il nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, che sta eseguendo la misura dell'obbligo di dimora (nel comune milanese di Inzago) nei confronti del dipendente dell'istituto di credito, oltre a disporre un sequestro preventivo per l'equivalente dello stesso importo intascato illecitamente. Misure entrambe disposte dal gip Valerio Natale. I reati contestati sono truffa aggravata, autoriciclaggio, evasione fiscale e indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito.

A quanto è emerso, il denaro sarebbe stato utilizzato dalla (ex) collaboratrice in parte per ristrutturare una ristorante a Chiavari, in Liguria, e in parte speso nel gioco d'azzardo. L'ex funzionario di banca ha dirottato invece i soldi su conti familiari. Il meccanismo della truffa è stato replicato per ben 234 volte nel corso degli anni attraverso la firma su distinte di prelievo di denaro contante. In altre 21 occasioni è stata richiesta l'emissione di 21 carte prepagate, poi utilizzate per acquisti e prelievi di denaro contante. «Ho sporto denuncia nel 2018 per questa vicenda che ha interessato i miei conti personali - ha spiegato l'architetto -. Attendo di conoscere i provvedimenti della Procura della Repubblica, in cui ripongo massima fiducia, e gli sviluppi del processo civile avviato contro la banca dai miei legali».

L'immagine è di Giuseppe Maritati

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