Appalti

Inchiesta Atm, la Procura milanese e la Gdf indagano su 35 persone fisiche e giuridiche

Per i 13 arrestati le accuse vanno dall'associazione per delinquere alla corruzione, turbativa d'asta, peculato, abuso d'ufficio e falso in atto pubblico

di Ivan Cimmarusti

L'esperienza corruttiva aveva creato un «sistema» rodato e incancrenito all'interno di Atm, la società dei trasporti di Milano. Un meccanismo che risale forse già al 2006, fatto di tangenti e regali per manipolare le gare d'appalto, falsificare i verbali di gara e i documenti di avanzamento dei lavori. Un mercimonio della cosa pubblica che ha permesso a una cricca che svolgeva riunioni clandestine nella sede Atm di Cassina de' Pecchi, di turbare otto commesse del valore di 150 milioni, movimentando un giro di tangenti da 125 mila euro nell'arco di circa due anni. L'accusa dei pm di Milano ruota attorno alla figura di Paolo Bellini, dirigente sul «trampolino di lancio nel mondo degli illeciti corruttivi», si legge negli atti, «sicuro del suo potere e fiero del suo "metodo"», regolarmente riproposto in diverse gare d'appalto. L'inchiesta, coordinata dal procuratore capo Francesco Greco, ha permesso al Nucleo di polizia economica-finanziaria dalla Guardia di finanza di ricostruire la rete di illeciti, mandando in arresto con Bellini altre 12 persone (una ai domiciliari), con accuse che vanno dall'associazione per delinquere alla corruzione, turbativa d'asta, peculato, abuso d'ufficio e falso in atto pubblico. L'inchiesta riguarda complessivi 35 indagati, tra i quali anche le società aggiudicatarie delle commesse che rispondono per responsabilità amministrativa: Siemens Mobility, Alstom Ferroviaria, Engineering Informatica, Ceit, Gilc Impianti civili, Ctf Impianti e Ivm e Mad System. Queste ultime, in particolare, avrebbero giocato un ruolo fondamentale nella «formazione» di Bellini.

Tanto che lo stesso gip, nel valutare positivamente l'impianto accusatorio, precisa che è stata proprio «l'esperienza Ivm (poi Mad System)» a consentire al dirigente - responsabile Unità amministrativa tecnica complessa sugli impianti di segnalamento e automazione delle linee metropolitane 1, 2, 3 e 5 di Atm - di utilizzare questo «metodo» in tutte le gare d'appalto. Perché se con Ivm e Mad System Bellini si accontentava di svolgere «consulenze segrete per rendere la società competitiva rispetto ad altri concorrenti», con le altre aziende «il suo asservimento agli interessi privati si è evoluto nella costante supervisione e sponsorizzazione delle modifiche del prezzo delle opere appaltate», oltre a «coprire inadempienze», come i ritardi nell'esecuzione dei lavori, fino ad arrivare a «falsificare un verbale di sopralluogo». Illeciti ripagati con stecche mensili da 1.000 euro o mazzette una tantum da 10-12mila euro, ma anche regali, come telefoni Iphone di ultima generazione con annesso traffico telefonico e dati gratuito.Ma è con la commessa relativa alla progettazione esecutiva e realizzazione del nuovo sistema di segnalamento Cbt della linea metropolitana M2, un lavoro da 100 milioni di euro, che il «sistema» Bellini dimostra la sua versatilità.

Al punto che il dirigente «gioca su più tavoli», come rilevano gli investigatori, «intessendo trattative con più imprese per agevolarle illecitamente e contemporaneamente tutte quante, nonché creando collegamenti e joint venture tra alcune di loro, con l'obiettivo di assicurarsi comunque un soddisfacente profitto corruttivo». In una conversazione intercettata il 15 gennaio 2019, Bellini parla con un collega non identificato, al quale racconta: «Spero solo che esca la linea 2», riferendosi proprio all'appalto per la linea M2, «perché se esce la linea 2 guarda, chiunque vincerà avrà bisogno di un pirla come il sottoscritto...e non me ne frega...vado a fare gli ultimi anni col Mercedes». Tra i «gruppi» con cui stringe rapporti per la commessa c'è anche Ansaldo/Hitachi. Secondo gli investigatori «non si tratta di relazioni dirette», ma strette attraverso Edoardo Lupi ed Ettore D'auria. Lupi, indagato, è amministratore unico e dipendente di Link Consulting Partners, consulente del gruppo Ansaldo/Hitachi. Sono stati oggetto di discussione i suoi rapporti passati con personaggi e imprenditori vicini all'ex presidente del Consiglio Massimo D'Alema.

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