Fisco e contabilità

Un viaggio tecnico e politico nei bilanci locali

Solo nel bilancio si può verificare se le scelte compiute su tributi e servizi hanno aiutato la comunità o le hanno complicato la vita

di Gianni Trovati

Dieci anni di una produzione normativa sterminata e continua lo hanno fatto dimenticare a molti. Ma il bilancio di un ente locale non è un insieme di tabelle incomprensibili ai più, da sistemare trafficando in un dedalo di calcoli cervellotici e di sigle esoteriche, perche rappresenta piuttosto il momento della verità per l’azione politica di sindaci, giunte e consigli. Solo nel bilancio si può verificare se le scelte compiute su tributi e servizi hanno aiutato la comunità o le hanno complicato la vita, se l’hanno arricchita o l’hanno impoverita.

Sarà bene ricordarsene presto, quando nei prossimi mesi i Comuni e le Province dovranno fare i conti con gli effetti strutturali di una crisi che sta incidendo in profondità sui conti locali, per il momento tamponati dai “fondoni” costruiti con i diversi decreti anticrisi per compensare le mancate entrate. Ma i fondoni passano, e i problemi restano; acuiti nei tanti Comuni dove la riscossione delle entrate era già troppo debole, e l’assetto della spesa troppo pesante e squilibrato.

Per affrontare quella che in molti casi si presenta come una sfida decisiva, spesso impossibile da incasellare nelle griglie delle regole contabili, sarà appunto importante ritrovare la funzione vera del bilancio. E in quest’ottica potrà senz’altro rilevarsi utile avventurarsi nelle pagine del nuovo libro di Antonino Gentile (edizioni Il Mulino). Che mostra il proprio obiettivo reale fin dalla dialettica tra un titolo classicamente tecnico (“Fondamenti di contabilità pubblica e finanza locale”) e un sottotitolo profondamente politico (“Il governo della città attraverso il sistema di bilancio”). Perché il bilancio di previsione e il rendiconto, riassume l’autore nell’introduzione, «fotografano un progetto di città e il suo divenire», e inquadrano «il Delta tra programmi e realtà, fra tensione ideale e azione concreta».

Ma per misurare questo delta, e possibilmente per ridurlo, bisogna conoscere il funzionamento reale delle leve del bilancio.

Sindaci, assessori, consiglieri, revisori ma anche i cittadini interessati al contesto reale della politica locale, troveranno nel libro gli strumenti per capire meglio che cosa si deve guardare per misurare il funzionamento della riscossione, per valutare sostenibilità ed efficienza della spesa, e per monitorare i rischi sempre più diffusi di crisi finanziarie malamente nascoste dal groviglio di regole sul predissesto. Proprio questo tema, destinato a sicura fortuna per una crisi economica che colpisce duramente i redditi delle famiglie e i fatturati delle attività commerciali (primi contribuenti dei bilanci locali), riassume efficacemente i limiti del lavoro normativo degli ultimi anni: che sulle crisi finanziarie locali ha affastellato un groviglio di regole di dettaglio ma non ha saputo costruire un meccanismo in grado di anticipare le crisi e individuarne con chiarezza le responsabilità.

Di tutto questo parla il libro di Gentile, che si addentra in tutti i capitoli chiave dei bilanci, spiegando significato e applicazione anche delle regole che invece funzionano, come gli obblighi di accantonamento a copertura delle mancate riscossioni che non sono solo una formula matematica, ma uno strumento essenziale per evitare di lasciare al futuro le spese non coperte del presente. La lettura è utile perché per giudicare, e per decidere, bisogna prima conoscere: verità banale ma troppo spesso dimenticata in un Paese che ama parlare a vanvera.

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