Imprese

Maxi parco eolico da 9 miliardi, piano di Toto nel mare di Sicilia

Il progetto prevede 190 turbine in grado di generare a regime 2,9 Gigawatt

di Stefano Elli

Il progetto ha un nome in codice: MeDWos: Mediterranean wind off shore. Prevede la costruzione di un parco eolico in mare aperto, a 60 chilometri dalle coste siciliane e di fronte alle coste tunisine. Con il sistema floating: cioè con pale ancorate ma non infisse nel fondale, una tecnologia studiata e perfezionata per salvaguardare al massimo l'ambiente.

Il parco, formato da 190 turbine, sarà in grado di generare, a regime, una potenza di 2,9 Gigawatt. Il progetto cuba investimenti totali per nove miliardi di euro e vede in prima linea il binomio Toto holding e la sua controllata Renexia, branch operativa nel comparto delle energie rinnovabili. Ieri ha preso il via ufficialmente l'iter autorizzativo con la presentazione al ministero delle Infrastrutture della domanda per la concessione marittima necessaria e con lo scooping inviato al ministero dell'Ambiente. Obiettivo: ottenere, entro il primo semestre del 2023, la valutazione di impatto ambientale.

Una volta risolte le questioni preliminari ci si attende poi l'intervento finanziario del fondo statunitense Apollo Global management. Tra Toto holding e Apollo, infatti, dallo scorso agosto è già pienamente operativo un accordo che ha portato il private equity newyorchese a entrare con il 20% nel veicolo statunitense di Toto holding, Us Wind Ltd, controllato dalla stessa Renexia e che è sfociato nella progettazione di un parco eolico al largo delle coste del Maryland con l'obiettivo di generare 1.3 Gigawatt (vedere articolo a fianco). «Per l'Italia e per la Sicilia sarà un investimento imponente che avrà un significativo impatto sull'economia dell'isola anche sul fronte dell'occupazione – spiega Riccardo Toto, direttore generale di Renexia – Per questa ragione abbiamo incaricato Deloitte di elaborare una stima sull'effettivo impatto del progetto sull'occupazione locale, sulla scorta di quanto già abbiamo fatto negli Stati Uniti. Una volta completati i lavori – prosegue Toto – (prevediamo entro la prima metà del 2025) l'impianto andrà a fornire energia a 3,4 milioni di famiglie con un fatturato medio compreso tra i 120 e i 150 euro per MegaWatt per oltre un miliardo di euro l'anno». Massimo sarà il coinvolgimento del sistema delle imprese internazionali, nazionali e locali in uno sforzo che andrà rivolto sia alla scelta dei partner specializzati in una tecnologia, quella delle pale eoliche, che si evolve molto rapidamente (i cui leader di mercato sono General Electric e Siemens), sia alle imprese che si incaricheranno dell'installazione delle turbine e della manutenzione degli impianti.

Le gigantesche pale, dunque, non saranno infisse nel fondale sottomarino ma fissate con un avanzato sistema di ancoraggi riducendo in modo significativo l'impatto sull'ambiente, in un'area di mare scelta in base alla profondità (che varia dai 100 ai 600 metri) e saranno collocate a circa 3,5 chilometri l'una dall'altra. «La distanza – chiarisce Toto – è stata giudicata adeguata per non ostacolare in nessun modo sia il traffico marittimo commerciale, sia quello turistico, nonché per non disturbare le rotte migratorie degli uccelli, in ogni caso la distanza del parco eolico dalle coste siciliane è tale per cui l'impianto sarà totalmente invisibile dalla costa. Ci tengo a sottolineare che nel corso di questi mesi abbiamo avviato un percorso di condivisione con importanti associazioni ambientaliste. Per fare solo due esempi: su ogni pala abbiamo previsto l'installazione di radar e telecamere in grado di tracciare e segnalare gli spostamenti dei cetacei presenti nel Mediterraneo, così come abbiamo previsto alloggiamenti idonei a consentire agli uccelli migratori di potere posarsi, e quindi riposare, durante i voli di trasferimento dall'Africa all'Europa e viceversa.

L'obiettivo è quello di inviare lo Studio di impatto ambientale (Sia) già corredato dal placet delle associazioni». Per quanto riguarda i capitali impiegati Toto ci tiene a specificare che «Saranno certamente capitali propri e intendiamo al più presto aprire dei tavoli utili al coinvolgimento di società italiane per la parte industriale per invitarle a costruire insieme a noi una solida ed efficiente catena del valore. Sarà il primo parco di queste dimensioni e il fatto di essere i first mover ci darà un vantaggio competitivo indubbio, il nostro progetto può sicuramente essere definito come il game changer delle rinnovabili». Renexia è attiva anche nello sviluppo di progetti per la produzione dell'idrogeno per autotrazione. «In particolare per quanto riguarda l'area di Taranto – insiste Toto – abbiamo presentato la scorsa settimana al Cis un progetto nel quale puntiamo a costruire tre o quattro parchi eolici per complessivi 26 MegaWatt. Ci proponiamo poi di costruire un elettrolizzatore per trasformare l'energia solare prodotta in idrogeno per trazione. L'idea è quella di utilizzare l'idrogeno ottenuto per la mobilità pubblica della città di Taranto ma pure fare in modo di fornire l'idrogeno prodotto alla vicina raffineria dell'Eni che essendo una delle poche in Europa a non essere alimentata da un oleodotto, ha un movimento abnorme di autocisterne in entrata (con il prodotto grezzo) come in uscita con il prodotto raffinato»

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©