Appalti

Federbeton: nel cemento 800 imprese a rischio default, subito interventi per la liquidità

L'associazione scrive al Presidente del Consiglio con le proposte per affrontare la crisi e uscire in fretta dall'emergenza

di Mau.S.

Una concreta prospettiva di default soprattutto per le Pmi, di cui la filiera del cemento e del calcestruzzo si compone largamente. È quello che senza troppi giri di parole temono le imprese del settore rappresentate da Federbeton. L'associazione, che conta tante aziende con sede nei luoghi più colpiti dall'emergenza sanitaria, ha scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, evidenziando i rischi che "la perdita di 3 o 4 mesi di fatturato" comporterebbe su tante di queste piccole e medie imprese che devono fare i conti anche con un modello di business basato su elevata intensità di capitale, investimenti e costi fissi di struttura. A scenario immutato, per l'associazione, sarebbero a rischio 800 imprese e 8mila posti di lavoro.

Diverse le proproste avanzate dall'associazione che non manca di esprimere "una forte vicinanza ai territori e alle comunità che ospitano le aziende e con cui c'è una relazione di grande appartenenza".

Alcune idee riguardano una maggiore garanzia di accesso alla liquidità per le imprese. Anche per quelle che non beneficiano dell'intervento del fondo di garanzia per le Pmi. Con l'aggiunta della sospensione immediata di tutti i versamenti fiscali e contributivi.

Due invece le direttrici su cui puntare per aiutare la ripresa degli investimenti nel settore. La prima è quella di "estendere al maggior numero possibile di opere pubbliche il modello Genova, la cui efficacia è sotto gli occhi di tutti e può rappresentare il viatico per una gestione incisiva del periodo che seguirà al momento di stasi attuale". In secondo luogo "semplificare le procedure per l'utilizzo di combustibili alternativi, consentendo così al comparto del cemento di contribuire in maniera più decisiva alla chiusura del ciclo dei rifiuti".

Nella lettera firmata dal suo presidente Roberto Callieri (Ad di Italcementi), Federbeton spiega senza nascondersi che molte nella filiera che conta 30mila addetti molte imprese sono a rischio default. «Il comparto – scrive Callieri – non può resistere alla perdita, ormai certa, di tre o quattro mesi di fatturato. L'elevata intensità di capitale, gli investimenti e i costi fissi di struttura della filiera del cemento e del calcestruzzo, devono essere finanziati per evitare la scomparsa di imprese che, alla fine di questa crisi, saranno indispensabili per permettere alla nostra economia di ripartire».

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