Appalti

Manutenzione strade, nuovo allarme sui viadotti: crollo nel senese e stop sull'A6

Il movimento di una frana porta a una nuova chiusura nei pressi di Savona. Il viadotto sul fiume Paglia crollato ieri era chiuso e non ha causato feriti

di Maurizio Caprino

È bastata la prima pioggia dopo due mesi e mezzo di siccità per far tornare la chiusura totale di alcuni viadotti nell'elenco dei disagi per chi percorre le autostrade italiane: ieri è toccato al Madonna del Monte, sulla A6 Torino-Savona, ma ci sono altre tre strutture in condizioni analoghe tra Liguria, Abruzzo e Molise. Intanto, nel Senese è crollato un viadotto sulla via Cassia chiuso dal 2014, a ricordare i problemi ancora lasciati aperti dal fallimento del cosiddetto federalismo stradale di vent'anni fa.

La chiusura del Madonna del Monte, la cui carreggiata nord era stata inaugurata appena il 21 febbraio dopo il crollo del 24 novembre 2019 per una frana, non è altro che l'applicazione di una procedura. L'ha instaurata via via nel corso dell'ultimo anno dall'ufficio ispettivo territoriale di Roma del ministero delle Infrastrutture (Mit) per i viadotti vicini a una frana: il gestore (in questo caso, Autofiori, gruppo Gavio) deve garantirne il monitoraggio anche se essa si trova su un terreno su cui hanno responsabilità altri soggetti. Questo era proprio il caso del Madonna del Monte: le indagini sul crollo del 24 novembre puntano soprattutto sui proprietari dei terreni circostanti.

Dopo il crollo anche il Madonna del Monte è entrato nella procedura di monitoraggio, che ieri mattina, appena la pioggia si è fatta forte, ha evidenziato un movimento della frana. Questo ha portato a chiudere la carreggiata sud, quella non ricostruita, poi riaperta in serata; sulla nord la nuova campata è più lunga, proprio per "scavalcare" la frana.
La procedura è stata attivata nelle settimane scorse anche su due viadotti della rete Aspi (Autostrade per l'Italia, Benetton): un altro ligure (il Veilino, sull'A12) e uno in Abruzzo (il Cerrano, sull'A14 poco a nord di Pescara, a lungo chiuso ai mezzi pesanti). Prima era stata attivata su un altro ponte dell'A14 da anni minacciato da una frana i cui spostamenti avevano anche reso sconnesso il piano viabile in corrispondenza delle giunture: il Cacchione, a Petacciato (Campobasso).

Aspi prevede un monitoraggio continuo in tempo reale, mentre per il Mit gli elementi fondamentali sono l'interpretazione corretta dei segnali provenienti dai sensori e l'elaborazione di un piano di intervento in cui la Polizia stradale garantisca di intervenire in pochi minuti per chiudere l'autostrada in caso di allarme (altrimenti verrebbero prescritti semafori).

Sempre in A14, ieri Aspi ha ottenuto il dissequestro provvisorio dei viadotti Colonnella e Sp 150 (quest'ultimo consente di riaprire lo svincolo di Roseto). Così si possono progettare cantieri per sostituire le barriere sequestrate perché analoghe a quella che cedette nel 2013 presso Avellino facendo 40 morti. Ci vorrà circa un anno per terminare le sostituzioni (che portano a restrngimenti a una corsia).

Sulla Cassia, il fiume Paglia ingrossato dalla pioggia ha portato via il soprastante viadotto, chiuso dal 2014 e tornato all'Anas a novembre 2018 nell'ambito del ritorno di molte strade all'azienda di Stato dopo il passaggio a Regioni e Province rivelatosi fallimentare per mancanza di fondi e personale. Anas fatica a sua volta a gestire tutto, anche perché non riesce a velocizzare la progettazione quanto sarebbe necessario. Sul Paglia era completata solo quella per la demolizione

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©