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Hera ritocca i margini con l’effetto Ascopiave

Conti dei primi nove mesi dell’anno chiusi con un utile netto in aumento a 244,7 milioni (+1,1%) rispetto al 2019

Via libera del cda di Hera ai conti dei primi nove mesi dell’anno chiusi con un utile netto in aumento a 244,7 milioni (+1,1%) rispetto al 2019. Questi risultati, spiega la multiutility bolognese in una nota, beneficiano anche di un tax rate del 27%, in miglioramento rispetto al 28,5% dell’analogo periodo dell'esercizio precedente.

In flessione del 3,1% i ricavi a 4,9 miliardi su cui hanno inciso, tra le altre cose, la riduzione dei ricavi delle attività di trading, produzione e vendita di energia e i minori volumi venduti. A mitigare questi impatti, però, sono le variazioni di perimetro e l’aumento dei ricavi regolati energy. Il margine operativo lordo (Mol) sale a 806,2 milioni (+2,6%) «nonostante gli impatti negativi dovuti al clima mite di quest’anno e all’emergenza coronavirus».

La crescita è stata ottenuta «grazie alle performance delle aree energy (gas ed energia elettrica), per effetto della partnership con Ascopiave». Nel corso dei primi nove mesi del 2020, Hera ha effettuato investimenti operativi per 333,6 milioni, in linea con l’anno precedente. La posizione finanziaria netta è in linea con i 3,27 miliardi di fine dicembre 2019, attestandosi nei primi nove mesi a 3,28 miliardi includendo il valore della put di Ascopiave su EstEnergy. Il rapporto Pfn/Mol è pari a 2,97x, in miglioramento rispetto al 3,02x a fine 2019.

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