Urbanistica

Dissesto idrogeologico, il Cipe «salva» gli interventi fino a 10 milioni di euro

Nuova scadenza al 31 dicembre 2020 per aggiudicare i lavori. Progettazione a società in house statali

di Massimo Frontera

Operativa la delibera del Cipe n.57 che "salva" una serie di interventi contro il dissesto idrogeologico di piccola e media dimensione. La scorsa primavera è spirata la scadenza fissata dalla delibera Cipe n.64/2019 che imponeva il definanziamento per tutte le opere di valore inferiore ai 10 milioni di euro che non fossero arrivate a un livello di progettazione sufficiente per andare in gara. La scadenza - coincidente con lo scoppio della pandemia - è stata pertanto prorogata con la delibera Cipe n.57 dello scorso 1* agosto, pubblicata sulla Gazzetta del 5 novembre scorso.

Il nuovo termine è stato fissato al 31 dicembre del 2021, che però include l'assunzione di «obbligazioni giuridicamente vincolanti per l'affidamento dei lavori», cioè l'aggiudicazione. Per la progettazione i soggetti attuatori - cioè i presidenti di Regione in qualità di commissari straordinari - potranno rivolgersi alle varie strutture tecniche statali "in house", come Invitalia, Sogesid, Mit e Provveditorati, Consip, centrali di committenza e soggetti aggregatori. Chi manca anche questa seconda chance va incontro alla revoca del finanziamento. Per verificare l'andamento del programma è previsto un "tagliano" al 30 giugno 2021 a cura del ministero dell'Ambiente.

Da parte della conferenza dei presidenti delle Regioni, riferisce il Cipe «vi è stata piena condivisione sul provvedimento, anche in considerazione del fatto che i finanziamenti per gli interventi di mitigazione dei rischi derivanti da fenomeni di dissesto idrogeologico rivestono carattere strategico, anche nell'ottica delle politiche complessive di sviluppo sostenibile, di crescita economica dei territori e di costruzione di politiche di resilienza delle comunità locali, come previsto dalle recenti decisioni sul Next Generation Eu».

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