Appalti

Trasparenza, Busia: «Basta disperdere i dati. Serve un portale unico gestito dall'Anac»

Report sulla vigilanza: dai cittadini la maggioranza delle segnalazioni. Organizzazione e consulenze i temi più caldi

di Mauro Salerno

Un «Portale unico della Trasparenza» gestito dall'Autorità Anticorruzione. A lanciare l'idea è il presidente dell'Anac Giuseppe Busia, commentando i dati contenuti nel report dell'Autorità sull'attività di vigilanza relativa al rispetto delle norme di trasparenza svolta tra il 2017 e il 2019. «Occorre una piccola rivoluzione copernicana - dice Busia - con la creazione di un Portale unico della Trasparenza, gestito dall'Anac, che raccolga tutti i dati previsti dalle norme. Vogliamo offrire a tutti gli enti oggi tenuti a pubblicare i dati, la possibilità di farlo in maniera semplice, caricandoli direttamente sul nostro portale, evitando che anche gli enti di piccole dimensioni debbano sostenere costi e altri oneri per adattare volta per volta i propri siti web». Per il presidente dell'Anac con il portale unico si accrescerebbe anche il livello di informazione e controllo sociale. «Se i dati non sono dispersi in migliaia di siti - spiega -, ma confluiscono in un unico portale, diventano confrontabili quindi consentono di comprendere immediatamente quando qualcosa funziona o non funziona».

Concentrare le informazioni sulla trasparenza in un unico portale, invece che disperderle in migliaia di siti delle Pa, secondo l'Anac, avrebbe un impatto positivo anche sulla spinta alla digitalizzazione degli appalti. Tema su cui Busia ha insistito anche ieri, nel corso di un'audizione in Senato sul Recovery plan. «Con il Portale unico della Trasparenza - spiega il presidente dell'Anticorruzione - si aggiungerebbe un tassello fondamentale al processo di digitalizzazione del nostro Paese. Saremo in grado di chiedere meno dati agli amministratori pubblici ma avremo più informazioni, grazie alla immediata confrontabilità dei dati di tutte le amministrazioni, consentendo una effettiva riduzione di oneri economici e amministrativi a carico delle Pa e una maggiore fruibilità di dati e contenuti per i portatori di interesse».

Dai cittadini la maggiornaza delle segnalazioni
Arrivano soprattutto da semplici cittadini, ma anche da rappresentanti politici e riguardano in particolare piccoli comuni del Centro e del Sud. Sono le segnalazioni sulla mancato rispetto delle norme di trasparenza che hanno innescato attività di vigilanza da parte dell'Autorità Anticorruzione. A fare il punto è secondo report del «Progetto Trasparenza» dell'Anac che, con il coinvolgimento dei diversi stakeholder, studia «l'esperienza e la domanda di trasparenza» a otto anni dall'entrata in vigore delle norme che hanno introdotto gli obblighi di pubblicazione di dati e documenti nella pubblica amministrazione (Dlgs 33/2013).

Dal rapporto emerge che nel triennio 2017-2019, e con i dati consolidati 2020, circa il 75% dei procedimenti di vigilanza sulla trasparenza presi in esame deriva da segnalazioni, l'11% da vigilanze svolta d'ufficio dall'Anac e il 14% da ispezioni. Circa un terzo dei procedimenti attivati dall'Autorità è scaturito da segnalazioni arrivati da cittadini. Circa il 20% (una su cinque) da esposti di «rappresentanti politici». Cresciuta anche l'attività di vigilanza nata in seguito a forme di «whistleblowing». I procedimenti di questo tipo erano stati solo 3 nel 2017 e nel 2018: sono diventati 31 nel 2019.

Organizzazione e consulenti i temi più caldi
Il 40% dei procedimenti riguarda i Comuni, soprattutto quelli con meno di 15.000 abitanti (65% del totale). L'attività di vigilanza svolta dall'Anac sulla base delle segnalazioni ha riguardato per il 26% organizzazioni del Nord, per il 36% enti del Centro, per il 38% del Sud e Isole. Il 42% dei procedimenti presi in considerazione, informa l'Autorità, si riferisce a generiche carenze in materia di trasparenza. I temi della sezione «Amministrazione Trasparente»(nella quale devono essere pubblicate le informazioni sui siti delle Pa) su cui maggiormente sono stati focalizzati i procedimenti attivati dall'Anac sono stati: «organizzazione» (circa 20%), «consulenti e collaboratori» (circa 19%), «bandi di gara e contratti» (circa 13%) e «personale» (circa 10%).

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