Appalti

Banda ultralarga, business da 4 miliardi di euro per costruttori specializzati

di Alessandro Arona

Vale quattro miliardi di euro di lavori l'operazione banda ultralarga in Aree bianche (a "fallimento di mercato"). Lo Stato, grazie alla delibera Cipe n. 65 del 6 agosto 2015, ha stanziato 2,2 miliardi di euro, a cui si aggiungono 1,8 miliardi da fondi Fesr e Feasr, in tutto 4 miliardi di euro. Risorse pubbliche che vanno a coprire interamente i costi di progettazione e costruzione dell'infrastruttura passiva a banda ultralarga, affidata in concessione a soggetti privati che dovranno poi gestire e manutenere la rete (per 20 anni) vendendo i servizi all'ingrosso, e pagando allo Stato un canone di concessione da definire a esito delle gare.
Il ruolo dei costruttori è importante, perché si tratta appunto di realizzare lavori pubblici per 4 miliardi di euro, con due avvertenze.
Si deve trattare di costruttori specializzati, visto che la qualifica richiesta è la OS19 («OS 19: Impianti di reti di telecomunicazione e di trasmissione dati», si veda a fine articolo la definizione estesa).
Inoltre la collocazione dei costruttori rispetto al concessionario non è stata pre-definita da Infratel nella gara. Il bando lascia infatti due possibilità: gestore e costruttore già nella cordata che partecipa alla gara (punto 9.2 del bando: «concorrenti che intendano eseguire direttamente i lavori») oppure lavori affidati ai costruttori post aggiudicazione, «con procedura ad evidenza pubblica».

Questo quadro è stato impostato nelle linee generali dalla delibera Cipe 6 agosto 2015, ma definito in questi dettagli solo nei mesi e settimane scorse, come ricostruito nel documento del Ministero dello Sviluppo economico di inizio maggio.
Il quadro finanziario è stato definito nell'accordo quadro Stato-Regioni dell'11 febbraio 2016, dove appunto si è deciso che ai 2,2 miliardi del Cipe 2015 (da fondi Fsc) sarebbero stati aggiunti 1,8 miliardi Fesr-Feasr (230 milioni dal Pon Imprese e competitività e 1.570 dai Por regionali).
A fine febbraio è stato poi deciso di affidare la regia dell'operazione al Cobul, un comitato governativo coordinato dalla presidenza del Consiglio, e con la presenza delle Regioni.
Il 2 marzo lo stesso Cobul decide di utilizzare per le aree a fallimento di mercato l'unico sistema dell'intervento diretto (rispetto ad altre opzioni indicate dal Cipe nella delibera 65/2015: Ppp, sovvenzioni, etc.).
Il Cipe il 1° maggio ha ufficializzato questa decisione.

Il modello a intervento diretto (si veda il punto 25 del documento) «prevede l'attribuzione ad uno o più soggetti, individuati in base a procedura di selezione su base competitiva, di finanziamenti pubblici per la progettazione, costruzione, manutenzione e gestione in modalità wholesale di infrastrutture passive e attive abilitanti a un servizio di accesso alla rete NGA nelle aree bianche presenti sull'intero territorio nazionale, aggregate in lotti geografici».

In sostanza, la gara è una sola , con oggetto la «progettezione e costruzione, manutenzione e gestione in modalità wholesale (all'ingrosso, ndr) a tempo determinato di una infrastruttura passiva a Banda Ultralarga di proprietà pubblica, anche mediante l'utilizzo di componenti di infrastrutture già esistenti e finalizzati all'offerta di servizi a banda ultralarga».

Gli importi si riferiscono ai lavori, dunque 1.405,377 milioni di euro in questo primo bando (articolati in 5 lotti) a cui seguiranno altri due bandi, per un totale di 2,6 miliardi di euro, probabilmente a luglio, il primo, e a settembre l'ultimo.

Il concessionario deve progettare e costruire senza rischio di costruzione, finanziato dai fondi pubblici; poi dovrà gestire la rete per 20 anni consentendo a tutti gli operatori di potervi accedere (pagandogli un corrispettivo per il servizio), e dovrà pagare un canone allo Stato, il cui valore a base d'asta sarà definito solo dalla lettera di invito (il 18 luglio è il termine per le richieste di partecipazione di questo primo bando).

Si tratta con evidenza di una concessione sui generis, e infatti la gara (si vedano le premesse del bando) non segue le regole del Codice appalti (Dlgs 50/2016) in quanto le reti Tlc sono escluse dall'applicazione del Codice.

A base di gara c'è solo un "progetto di fattibilità" (il bando parla di studio di fattibilità, ma Infratel sostiene che si tratta di un refuso.
Al concessionario spetta elaborare la progettazione definitiva ed esecutiva. Di fatto il progetto di fattibilità indicherà solo aree, fabbisogni e requisiti tecnici, mentre le linee effettive di scavo e installazione spetteranno al progettista.
Progettista che potrà fare parte dello staff delle imprese offerenti, oppure individuato all'esterno, in questo caso (a differenza dei costruttori) senza gara.


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OS19 IMPIANTI DI RETI DI TELECOMUNICAZIONE E DI TRASMISSIONE DATI
Riguarda la fornitura, il montaggio e la manutenzione o ristrutturazione di impianti di
commutazione per reti pubbliche o private, locali o interurbane, di telecomunicazione per telefonia, telex, dati e video su cavi in rame, su cavi in fibra ottica, su mezzi radioelettrici, su satelliti telefonici, radiotelefonici, televisivi e reti di trasmissione dati e simili, qualsiasi sia il loro grado di importanza, completi di ogni connessa opera muraria, complementare o accessoria, da realizzarsi, separatamente dalla esecuzione di altri impianti, in opere generali che siano state già realizzate o siano in corso di costruzione.

Il bando integrale di Infratel per Abruzzo, Molise, Emilia R., Lombardia, Toscana, Veneto

L'elenco di tutte le «Aree bianche» del primo bando

Il documento: «La strategia italiana per la banda ultralarga»

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