Urbanistica

Superbonus/2. La maggioranza punta sull'estensione a seconde case e hotel

Carica di diecimila emendamenti al decreto Rilancio: tra le priorità il rafforzamento dell'incentivo sul miglioramento energetico e sismico degli immobili

di Marco Mobili e Marco Rogari

Più che un assalto alla diligenza, una sorta di accerchiamento al decretone Rilancio a suon di emendamenti. Il Parlamento fa capire che non vuole limitarsi a fare da spettatore durante il tragitto parlamentare della maxi-manovra record da 266 articoli e realizza subito, a sua volta, un altro record: quello delle 10mila proposte di modifica depositate alla Camera in commissione Bilancio. E, in attesa che nei prossimi giorni si compia la scrematura decisiva per giocare la partita esclusivamente sui cosiddetti “segnalati”, dal fiume ingrossato di micro e macro ritocchi arrivati dai gruppi parlamentari già emergono alcuni correttivi spinti con forza dalla maggioranza. A cominciare dal prolungamento di un anno e dall’estensione agli alberghi e alle seconde case, ville escluse ma compresi gli immobili unifamiliari “vincolati”, dell’ecobonus del 100 per cento.

Alla formula correttivo condiviso, primo firmatario Luca Sut (M5S) ma sottoscritto da diversi deputati Dem e da un esponente di Iv, ha lavorato per diversi giorni il Pd. L’obiettivo comune è di convincere il Governo a rafforzare l’agevolazione, ma per centrarlo dovranno essere ancora superati numerosi ostacoli. Primo fra tutti quelle delle risorse aggiuntive da trovare e della copertura che sarà chiamata a perfezionare la Ragioneria generale. L’emendamento condiviso punta infatti ad ampliare il tiro del maxi-bonus al 110%, a partire dalla durata dei lavori ammessi alle agevolazioni che potranno arrivare fino al 31 dicembre 2022 (ora terminano il 2021). Il superbonus potrà essere utilizzato da Enti non commerciali, dal terzo settore e dagli enti religiosi civilmente riconosciuti. Ma anche dalle strutture turistiche, quali alberghi e residence e loro pertinenze nell’esercizio di attività d’impresa, nonché dalle associazioni e dalle società sportive dilettantistiche. Vengono allentati i vincoli per gli interventi su edifici tutelati dai beni culturali e lo sconto del 110% si applicherà anche alle seconde case, ma solo per due unità per beneficiario, e con l’esclusione delle case di lusso (A/1, A/8 e A/9). Per le delibere dei lavori, infine, si ammettono le assemblee condominiali online.

Tra le ondate di emendamenti si intravede già anche qualche “gorgo” pericoloso per la maggioranza. Come quello degli incentivi per il settore auto. Con il Pd che, insieme a Iv e Leu, preme per estendere la rottamazione anche al parco auto con motori tradizionali euro 6 e i Cinquestelle che invece dicono no alle agevolazioni per vetture alimentate con carburanti fossili e propongono di premiare ulteriormente i mezzi più green. I Dem, i renziani e Leu non appaiono comunque disposti a rinunciare con facilità al correttivo (primo firmatario Gianluca Benamati) che prevede un bonus complessivo di 4.000 euro e che poggia su un contributo statale di 2mila euro per il 2020 e 1.500 euro nel 2021 per chi acquista un nuovo veicolo Euro 6 con qualsiasi tipo di alimentazione e ne rottama uno immatricolato da almeno 10 anni, altrimenti l’incentivo di dimezzerebbe. All’agevolazione si dovrebbe obbligatoriamente affiancare quest’anno un analogo sconto del concessionario che nel 2021 raddoppierebbe rispetto al contributo statale.

Per altre proposte di modifica la spinta torna ad essere forte come per l’inclusione dei professionisti nel fondo perduto, su cui insiste molto l’opposizione, in primis con la Lega e con Fratelli d’Italia. Fi chiede anche la soppressione dell’Irap mentre Fdi sollecita almeno una semplificazione, così come il ritorno dell’Ace potenziato per capitalizzare le Pmi. Il Carroccio con un nutrito pacchetto di ritocchi insiste anche sul tema della liquidità delle imprese proponendo una modalità semplice per il rimborso integrale dei crediti Iva, come ha sottolineato il suo capogruppo in commissione Bilancio, Massimo Garavaglia. L’opposizione tenta di rivedere anche il meccanismo della Golden power per il settore creditizio e di rafforzare la dote per le scuole paritarie. E in ques’ultimo caso si crea una sorta di asse trasversale con il Pd, che con un emendamento firmato in prima battuta da Enrico Borghi prova anche a destinare 50 milioni l’anno a sostegno delle popolazioni dei comuni più “svantaggiati” del Paese, a cominciare dal Sud.

Il pressing è elevato anche sulla necessità di rafforzare il bonus mobilità e di estendere la durata della Cassa integrazione. Che secondo Leu dovrebbe essere prolungata fino a 27 settimane mentre il Pd è pronto a tornare alla carica per lo scudo sui medici e chiede di rafforzare le misure, voucher in testa, per il turismo. I Cinque stelle guardano anche al capitolo fiscale proponendo il rinvio delle scadenze al 30 settembre per tutti i soggetti Isa. Il Pd, da parte sua, con alcuni emendamenti a firma Marianna Madia propone di azionare la leva fiscale per favorire il ritorno sul territorio nazionale delle imprese italiane dislocate all’estero, sia con l’esclusione dall’Irap e lo sconto del 50% di Ires e Irpef, sia con accordi di stabilità con il Fisco per garantire la certezza dei regimi fiscali applicati a chi effettua investimenti in Italia. Il letto del grande fiume dei correttivi appare infinito ma la coperta per i ritocchi rimane corta: non più di 800 milioni

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