Appalti

Anas: il bilancio 2015 si chiude in utile, ma gli investimenti scendono a 1,7 miliardi

di Alessandro Arona

Il progetto di bilancio integrato, approvato ieri dal consiglio di amministrazione dell'Anas , si chiude con un utile netto di esercizio ancora positivo, 16,7 milioni di euro, leggermente meno dei 17,55 del 2014 ma ancora a livelli decisamente più alti degli anni precedenti. Ma il dato negativo arriva dagli investimenti (spesa effettiva per nuove opere e manutenzione straordinaria), scesi a 1,7 miliardi di euro dai 2,1 dell'anno precedente (-19%), nonostante le previsioni Anas nel corso dell'anno fossero di confermare i due miliardi circa.

«Nel 2015 - commenta l'Anas - l'avanzamento nei cantieri in corso, consegnati e ultimati per nuove opere, si è scontrato con difficoltà operative e con la crisi finanziaria del settore, che hanno condizionato il risultato finale rispetto alle attese». Il riferimento è anche alle numerose crisi di imprese di costruzione appaltatrici, o al coinvolgimento di queste in inchieste penali. «Grazie alle iniziative messe in atto nel secondo semestre del 2015 - sostiene però l'Anas- vi sono però buone prospettive per il 2016».

«Inferiore alle attese» anche l'ammontare delle gare bandite: nel 2015 un valore di 1,1 miliardi di euro, «importo minore rispetto alle attese per via delle nuove modalità autorizzative degli interventi e della transizione organizzativa tuttora in atto». «Tuttavia Anas - prosegue la società - ha avviato un numero senza precedenti di bandi di gara, oltre mille, con l'obiettivo di perseguire un ambizioso piano di valorizzazione e manutenzione straordinaria delle infrastrutture esistenti al fine, tra l'altro, di recuperare il gap manutentorio accumulato negli anni passati».

«In questo primo anno di attività – ha dichiarato il presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani - il nuovo vertice ha avviato un profondo processo di rinnovamento che ambisce a restituire all'azienda il ruolo di grande player nazionale del settore infrastrutturale».Il Cda dell'Anas ha anche approvato il Piano industriale 2016-2020, che sarà presentato il 10 giugno a Roma, «con forte accento sulla qualità del servizio, l'accelerazione della filiera di investimenti, l'inserimento di forza lavoro su strada e ingegneri per la progettazione».

Via libera anche a «una nuova procedura di definizione del contenzioso con le imprese appaltatrici, con metodologie più trasparenti e l'incremento dei controlli, al fine di consentire una più rapida deflazione del vasto contenzioso pendente per ulteriori lavori, che ammonta a circa 9 miliardi di euro, di cui circa 4,3 miliardi di euro relativi a riserve.

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