Urbanistica

Fiorentina, 85 milioni di investimento per il centro sportivo ma il nuovo stadio resta fermo

Il «Viola Park» firmato Casamonti avrà otto campi di allenamento e due piccoli stadi (da 1.500 e 3mila posti)

di Silivia Pieraccini

Prima di tornare negli Usa (partirà stamani), il patron italo-americano della Fiorentina, Rocco Commisso, è passato di nuovo da Bagno a Ripoli, paese a due passi da Firenze, per vedere l’allestimento del cantiere che concretizzerà il progetto di cui va più orgoglioso: il centro sportivo destinato alla prima squadra, alla squadra femminile e alle giovanili, firmato dall’architetto fiorentino Marco Casamonti. Un investimento da 85 milioni realizzato dall’Acf Fiorentina su un’area di 25 ettari: il “Viola Park” avrà otto campi di allenamento, due piccoli stadi (da 1.500 e 3mila posti), aree fitness e terapia, area ristorante, uffici del club, una foresteria, una chiesa e 400 posti auto raggiunti dalla futura linea del tram. All’interno si potrà circolare solo con mezzi elettrici. La vocazione green è stata ribadita dallo stesso Commisso con la posa, venerdì scorso, di un albero di ulivo (al posto della classica prima pietra): ci saranno pannelli solari, autosufficienza energetica, un laghetto e saranno piantati un migliaio di alberi. Parte della struttura sarà interrata nella collina, così da essere poco visibile dall’alto. I lavori cominceranno tra pochi giorni, il 1 marzo, e saranno eseguiti dall’azienda pratese Nigro Costruzioni. I tempi sono stretti: Commisso, fedele alla filosofia del “fast, fast, fast” predicata da quando ha messo piede a Firenze, avrebbe voluto concluderli nel giro di un anno, ma alla fine l’appalto durerà 18 mesi. «Sarà il centro sportivo più grande e più bello d’Italia» afferma la società elogiando il sindaco di Bagno a Ripoli, Francesco Casini, che ha proposto a Commisso di acquistare il terreno su cui sorgerà il Viola Park e che in 15 mesi ha concluso l’iter urbanistico. Ma la soddisfazione della Fiorentina per un investimento che parte è parzialmente offuscata dallo stop per un altro investimento strategico che invece è bloccato da tempo, quello nel nuovo stadio.

Alla posa dell’ulivo, cinque giorni fa, non c’erano né il sindaco di Firenze e della Città metropolitana, Dario Nardella, né il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani: un’assenza che si spiega con i difficili rapporti tra le amministrazioni locali e il patron della Fiorentina proprio sullo stadio.

Commisso vorrebbe costruirne uno nuovo da 42-43mila posti con spazi commerciali e concezione moderna, abbattendo e ricostruendo l’attuale Franchi oppure facendo un investimento greenfield in un Comune limitrofo come Campi Bisenzio; mentre il sindaco Nardella e il presidente Giani sembrano appoggiare la posizione della sovrintendenza e del ministero sulla necessità di tutela di alcune parti architettoniche del Franchi disegnato da Pier Luigi Nervi (le scale elicoidali, la torre, le curve che formano un anello) e propendono per la ristrutturazione. Nardella ha già annunciato i tempi del restyling da realizzarsi in tre fasi: subito i lavori urgenti per la stabilità dell'impianto sportivo; ad aprile il concorso internazionale di progettazione; nel 2023 i lavori. Spesa prevista 150 milioni. Chi li metterà, e chi ci giocherà, resta un rebus.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©