Appalti

Metro Milano, 13 arresti per tangenti su appalti per 150 milioni

Il Pm Francesco Greco: metodica alterazione di gare ad evidenza pubblica indette da Atm spa gravitante attorno alla figura di Paolo Bellini

di Q.E.T.

Ci sono 8 appalti da 150 milioni di euro al centro dell'inchiesta della Procura di Milano che stamani ha portato in carcere 12 persone, tra cui il dirigente Atm (Azienda trasporti milanesi) Paolo Bellini, e una ai domiciliari con accuse, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione, turbativa d'asta, peculato, abuso d'ufficio. Trenta persone fisiche e otto società indagate. Tra i 13 arrestati (12 in carcere e uno ai domiciliari) ci sono oltre a Bellini, dirigente Atm (società municipalizzata del Comune di Milano) e ritenuto pubblico ufficiale, imprenditori e manager. Indagate e perquisite otto società tra cui Siemens Mobility, Alstom Ferroviaria, Ceit e Engineering Informatica.

Tra gli appalti al centro dell'inchiesta, condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano, uno sulla manutenzione di impianti di telecomunicazione della linea 5 della metropolitana milanese e quello sui sistemi di segnalazione automatica della Linea 2. Bellini, secondo l'accusa, avrebbe incassato o pattuito presunte mazzette per 125mila euro tra ottobre del 2018 e luglio del 2019. Perquisizioni sono in corso anche in Atm. L'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dal pm Giovanni Polizzi ha portato all'ordinanza cautelare firmata dal gip Lorenza Pasquinelli.

Le indagini sugli appalti della metro a Milano - spiega il procuratore di Milano Francesco Greco, «hanno accertato l'esistenza di un sistema di metodica alterazione di gare ad evidenza pubblica indette da Atm spa gravitante attorno alla figura» di Paolo Bellini, «pubblico ufficiale con il ruolo di Responsabile dell'Unità amministrativa complessa sugli impianti di segnalamento e automazione delle linee metropolitane 1,2, 3 e 5», e «alle società Ivm srl e Mad System srl», create da Bellini per «interferire» negli appalti. Lo spiega il procuratore di Milano Francesco Greco.

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