Amministratori

Esproprio per opere pubbliche, dopo 5 anni dall'apposizione i vincoli preordinati decadono

I vincoli conformativi invece non prevedono scadenze e non sono soggetti a indennizzo

di Pippo Sciscioli

I vincoli preordinati all'espropriazione per la realizzazione di un'opera pubblica o di interesse pubblico, rivenienti dal piano regolatore generale del Comune, decadono se non vengono attuati entro cinque anni dall'apposizione e vanno indennizzati dal Comune.

I vincoli conformativi invece non sono subordinati a nessun termine di decadenza e non sono soggetti ad indennizzo.

I primi riguardano beni precisamente individuati, valgono solo per le relative aree e sono funzionali alla realizzazione di un'opera pubblica, la cui attuazione non può coesistere con la proprietà privata.

Essi consistono in una sorta di prenotazione di espropriazione effettuata dal Prg che, limitando la proprietà di terzi, ne azzerano il contenuto economico impedendone lo sfruttamento da parte dei proprietari.

I secondi invece riguardano non beni specifici ma una serie indeterminata appartenente all'intera comunità locale, non azzerano la proprietà privata ma ne conformano l'utilizzo alle destinazioni fissate dal Prg: si pensi alle varie tipizzazioni urbanistiche di zona come quella per attrezzature di interesse collettivo, ai vincoli di inedificabilità, alle fasce di rispetto stradale, alle destinazioni a verde attrezzato o a parco.

Il Consiglio di giustizia amministrativa per la Sicilia, con la sentenza n. 129/2021, ha fissato con chiarezza le differenze fra le due tipologie di vincoli derivanti dagli strumenti urbanistici comunali.

La controversia risolta riguardava il Comune di Mazara del Vallo rimasto inerte su un'istanza di ritipizzazione urbanistica avanzata da alcuni proprietari di suoli attinti da vincolo di destinazione per attrezzature di interesse collettivo (ville e giardini pubblici), a seguito di decorrenza del termine di cinque anni dall'approvazione del Prg, trattandosi, a loro dire, di vincolo ablatorio.

A parere del Cga, invece, quando i vincoli urbanistici hanno destinazione promiscua, nel senso che la finalità di interesse pubblico cui sono preordinati può essere attuata non solo dalla pubblica amministrazione ma anche dai privati proprietari, essi hanno natura conformativa.

In sostanza, questi vincoli non hanno determinato a carico dei proprietari uno svuotamento totale ma soltanto una limitazione dell'utilizzo del bene in maniera conforme ai principi che presiedono al corretto e ordinario esercizio del potere pianificatorio dell'attività edilizia realizzabile sul terreno.

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