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Innovation days - Emiliano: «La Puglia riparte, varate misure per 750 milioni»

Il presidente pugliese : «Se c’è un Mes lo prendiamo di sicuro: abbiamo la solidità finanziaria necessaria»

di Domenico Palmiotti

Il Covid ha indebolito l’economia della Puglia, ma non l’ha accartocciata. Ci sono aziende che accusano il colpo, ed è inevitabile, ma ci sono anche settori, come l’Ict, che continuano ad essere performanti e realtà che portano a casa ordini. Ma soprattutto è la regione che, rispetto ad una diminuzione dell’export Italia del 15 per cento, ha ceduto meno, 13 per cento, ed ha visto nascere, nei primi dieci mesi dell’anno, 126 start up: +20% rispetto allo stesso periodo del 2019. Sono i primi dati emersi dal confronto di ieri in live streaming (con oltre mille partecipanti) «La Puglia che riparte» per la serie di incontri «Innovation Days Le eccellenze del territorio».

E la vitalità delle start up in Puglia è stata richiamata dal direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini, nell’introdurre l’evento, parla di «dato positivo per la Puglia e per il Paese. Importante che le start up nascano. Ora si deve fare in modo che abbiano la forza per andare avanti». «Siamo una comunità combattente» dice il governatore della Puglia, Michele Emiliano, che si dice “fiducioso” sul futuro e vede nella connessione tra vari mondi, dell’impresa, del lavoro, istituzionale, del sociale, in quello che definisce «tenersi per mano», la leva per andare avanti. «Quando abbiamo preso atto della nostra debolezza aziendale - spiega -, il periodo migliore della Puglia è coinciso prima con la grande crisi economica e poi con la pandemia. Ma se non avessimo fatto quanto realizzato negli ultimi 15 anni, saremmo stati peggio».

Il Covid, annuncia Emiliano, non ha spento la volontà della Puglia di investire. Nei mesi del lockdown sono arrivate 14 domande Pia per 54 milioni e 5 domande per contratti di programma, di cui 2 dall’estero, per 56 milioni. «Abbiamo varato misure di soccorso per 750 milioni e il titolo II è stato così rilevante che Confindustria ci ha chiesto di rilanciarlo» aggiunge Emiliano. Che dice sì all’uso dei fondi Mes («Se c’è un Mes per la Puglia lo prendo sicuro, abbiamo solidità finanziaria, non mi fa paura») e annuncia che i contratti di programma sono confermati nella nuova programmazione. La Puglia è la regione che nel periodo 2014-2010 «ha visto 12.870 domande presentate dalle aziende, valutate e approvate. E tutte le imprese sono passate da 94mila a 110 mila occupati» cita Sergio Fontana, presidente Confindustria Puglia. Questo ha determinato 5 miliardi di investimenti di cui uno in ricerca e sviluppo.

«Le forme di assistenza vanno bene in questo periodo ma non possiamo campare di questo - afferma Fontana -. Servono aziende che producano ricchezza. I nuovi lavoratori occupati producono reddito, non vivono di cassa integrazione». Fontana plaude ai mini bond emessi in Puglia («leva finanziaria innovativa messa a disposizione delle aziende») e al titolo II (14.169 imprese sostenute con 1,7 miliardi, sinergia tra garanzia dello Stato e banche) ma, poiché la programmazione in corso sta terminando, arriverà sino a fine 2021, chiede che «si riprogrammino le risorse ancora disponibili». «Il Governo trasferisca le risorse del Recovery Fund sulle misure per le imprese» sollecita Fontana. Il raccordo tra formazione universitaria e imprese è al centro dell’intervento del rettore del Politecnico di Bari, Giuseppe Cupertino. «Abbiamo 12 laboratori pubblico-privato, siamo al limite della nostra capacità, ma manca ancora un pezzo importante - sostiene -. Trasformare in valore per le imprese le attività di ricerca che si svolgono nei nostri laboratori. Vogliamo chiedere ad un neo laureato di uscire dalla propria “confort zone” e fare qualcosa di più coraggioso.

Ma va costruito attorno a loro un pezzo di infrastruttura. Esempio, un incubatore che aiuti anche a trovare i finanziamenti perché i risultati della ricerca siano valore aggiunto del territorio». Mentre l’Università Lum ha creato uno spin off accademico per agevolare la trasformazione digitale di tessile-abbigliamento, agroalimentare e meccatronica. Antonello Garzoni, rettore Lum, annuncia che è in pista il progetto per un campus tecnologico di 24mila metri quadrati. «Come Lum siamo maturi e il nuovo campus è pensato per attrarre in Puglia studenti internazionali. Abbiamo preso studenti che probabilmente non sarebbero stati interessati a restare senza una prospettiva differente. Il 90 per cento dei nostri studenti sono pugliesi e il tasso di soddisfazione rilevato da Almalaurea è del 96 per cento».

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