Appalti

Appalti, Draghi spinge sulla lotta alla corruzione: centrale il ruolo dell'Anac

La replica alla Camera: trasparenza della Pa fondamentale, ma semplificando gli obblighi (spesso più formali che sostanziali)

di Mauro Salerno

Grande spazio al'impegno sul fronte degli appalti pubblici nella replica di Mario Draghi dopo le dichiarazioni di voto alla Camera. Con un discorso snello, durato meno di quindici minuti, il presidente del Consiglio ha concentrato l'attenzione su giustizia, criminalità, sviluppo al Sud e soprattutto lotta alla corruzione. Ribadendo, in particolare, il ruolo centrale dell'Anac, guidata da Giuseppe Busia, dopo il ritorno di Raffaele Cantone in magistratura. «Un paese che vuole attrarre investimenti - ha esordito Draghi - deve saper difendersi dai fenomeni corruttivi». La corruzione deve essere combattuta a prescindere, ha poi aggiunto il premier, ma anche per ragioni di sviluppo. «In particolare al Sud - ha chiarito - possiamo estendere e rafforzare gli strumenti in aiuto delle imprese, ma legalità e sicurezza devono stare al primo posto».

A questo punto Draghi ha richiamato esplicitamente il ruolo dell'Autorità Anticorruzione. «Il ruolo dell'Anac è centrale - ha scandito il presidente del Consiglio -, soprattutto per i suoi compiti di vigilanza collaborativa con le pubbliche amministrazioni». In riferimento al settore degli appalti pubblici, tradizionalmente esposto al proliferare di questi fenomeni, Draghi ha chiarito di voler puntare sul rafforzamento dei «presidi di prevenzione». Aggiungendo che «molto è stato fatto, ma molto resta da fare».

Il riferimento, in questo caso, è alle norme che riguardano la trasparenza delle Pa, che spesso sono vissute come un pesante carico di nuovi adempimenti dai funzionari pubblici dalla dubbia efficacia. Draghi ha spiegato che la trasparenza delle Pa deve esser massima per permettere «anche il controllo sociale da parte dei cittadini che devono poter far sentire la propria voce». Ma non ha nascosto il problema. Anzi, lo ha sollevato apertamente. «Troppi adempimenti - ha sottolineato - spesso più formali che sostanziali finiscono per rallentare l'attività e l'efficicia della Pa e piuttosto che prevenire finiscono per favorire fenomeni di illegalità. Qui - ha concluso - la semplificazione avrebbe davvero una funzione anticorruttiva».

Così come aiuterebbe «semplificare i procedimenti amministrativi». «Iter troppo farraginosi e moltiplicazione degli adempimenti - la conclusione - costituiscono il terreno fertile in cui prosperano i fenomeni di illegalità».

Fiducia scontata, con 535 sì, anche se arrivano 16 no e 4 astensioni dal M5s.

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