Appalti

Ance: serve una vera riforma del Codice della crisi d'impresa, migliaia di Srl obbligate a nominare un organo di controllo

Il vicepresidente Dettori in Commissione Giustizia alla Camera: sospendere ogni provvedimento (nomina dei revisori, indici di crisi) in relazione alle nuove regole

di Al. Le.

Una vera "riforma" del Codice della crisi, sospendere ogni provvedimento (nomina dei revisori, indici di crisi) in relazione alle nuove regole, garantire la rappresentanza imprenditoriale delle associazioni di categoria, oltre a quella della magistratura e degli ordini professionali.

Sono le richieste presentate da Marco Dettori, vicepresidente dell'Ance, nel corso di un'audizione in Commissione Giustizia alla Camera relativa al Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza. Ance ha condiviso i principi ispiratori della riforma, finalizzati alla continuità aziendale, tema al quale il legislatore ha posto attenzione ma, secondo l'Associazione costruttori, in maniera assolutamente insufficiente rispetto alla gravità della crisi per l'intero sistema imprenditoriale e in particolare per il settore delle costruzioni.

L'attuale situazione vede un forte aggravamento della già pesantissima situazione di crisi. Nelle prossime settimane migliaia di imprese Srl saranno obbligate a nominare un organo di controllo che non solo peserà ulteriormente sui costi aziendali ma, di fatto, potrà mettere in una difficile situazione di conflitto di interessi l'imprenditore e i suoi revisori. Il mantenimento in efficienza di un'azienda rappresenta, infatti, un valore che deve essere salvaguardato soprattutto nei periodi di difficoltà.

Per l'Ance appare quindi assolutamente indispensabile mantenere e promuovere in ogni caso l'esercizio dell'attività, anziché attivare le procedure giudiziali, che, oltretutto, possono mettere in pericolo il patrimonio aziendale e minare l'esistenza dell'impresa stessa: a partire dai posti di lavoro fino al patrimonio tecnologico e al know how acquisito negli anni. Appare evidente quindi che anche questo impegno, così come quello degli "indici di crisi", doveva essere rinviato, non a una data prefissata (ad oggi 1mo settembre 2021) bensì al momento in cui il mercato avrà ritrovato una sua effettiva normalità. Normalità che era già stata irrimediabilmente devastata dalla crisi 2009/2018 e ora è ulteriormente aggravata dalla presente crisi sanitaria.

Per tali ragioni, occorre, poi, pervenire ad una definizione normativa dello stato di crisi, distinguendo fra l'insolvenza incolpevole, dovuta ad una situazione economica generale straordinaria, rispetto a quella prodotta a seguito di negligenza nell'attività degli amministratori.

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