Appalti

Oice: fondi alle Pa e gare anche sul definitivo per superare l'impasse del mercato

di Massimo Frontera

L'Oice chiede uno sforzo economico a favore delle amministrazioni per sviluppare progetti esecutivi. Ma dalle società di ingegneria arriva anche un'apertura all'appalto integrato, limitato alla pubblicazione dei bandi con progetti definitivi che erano pronti per andare in gara ma che sono stati "sorpresi" dall'entrata in vigore del nuovo codice appalti.
Nel comunicato che l'associazione delle società di ingegneria ha diffuso ieri si segnalano, da parte di alcune amministrazioni, tentativi di aggiramento delle nuove norme. «Iniziamo a notare - si legge nella nota dell'Oice - qualche comportamento che a nostro avviso conferma le pur comprensibili difficoltà che stanno incontrando le stazioni appaltanti, al di là dell'ovvio impatto di una normativa che ha preso atto dell'esigenza di avere progetti esecutivi sui quali appaltare i lavori». «In particolare - dice il presidente dell'Oice, Gabriele Scicolone - stiamo notando casi in cui si ricorre alla formula dell'affidamento a contraente generale per procedure di importo limitato anche per pochi milioni di euro, sfruttando così i progetti definitivi già pronti "nel cassetto" prima dell'entrata in vigore del nuovo codice. Ancorché le motivazioni delle stazioni appaltanti possano essere lette nel senso di portare a compimento opere per la collettività, non bloccando il flusso degli investimenti sul territorio, siamo comunque di fronte ad un uso "ai limiti" del nuovo Codice».
Una delle amministrazioni che ha tentato goffamente di surrogare l'appalto integrato con un bando per il contraente generale è il comune molisano di Carovilli, che un mese fa ha pubblicato un bando di 2,1 milioni per una nuova scuola. E non è il solo caso, conferma l'Oice.

Vale anche la pena di ricordare che tra gli appalti integrati che si sono trovati in rotta di collisione con il nuovo codice c'è il bando da 123 milioni per il Ponte dei Congressi di Roma, pubblicato dal provveditorato del Lazio il giorno dopo l'entrata in vigore delle nuove norme. Una caso eclatante, ma non isolato nell'ambito dei provveditorati, che hanno in stand by diversi progetti fermi e per i quali sono in molti a sperare in una soluzione transitoria alternativa alla strada della progettazione esecutiva.
Da qui l'apertura dell'Oice all'appalto integrato, rigorosamente circoscritta a smaltire i progetti definitivi pronti alla data del 19 aprile.
«Nel ribadire che la centralità del progetto esecutivo deve rimanere elemento cardine della riforma - afferma il vicepresidente dell'Oice, Giorgio Lupoi - riteniamo nostro dovere segnalare all'Anac e al ministero delle Infrastrutture quanto monitorato per valutare l'eventuale possibilità di permettere, solo per alcune opere i cui progetti sono già stati approvati e comunque di rilevante importanza, di andare in gara con il progetto definitivo e di predisporre una adeguata strumentazione di fondi per le amministrazioni per ottenere progetti esecutivi».

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