Progettazione

Edilizia di culto, al via i concorsi di progettazione promossi dalla Cei

Bando aperto per la cattedrale di Cremona. A seguire Acerenza, Sessa Aurunca, Montepulciano, Belluno e Asti

di Mariagrazia Barletta

Arriva una nuova stagione di concorsi dalla Conferenza episcopale italiana (Cei). I suoi uffici, quello nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto e quello liturgico, hanno concluso il primo bando nazionale (edizione 2020), attraverso il quale sono state selezionate sei cattedrali storiche da ammettere a finanziamento per avviare il processo di adeguamento liturgico. Processo che, come per i nuovi complessi parrocchiali, ha come passaggio obbligato quello del concorso di progettazione. Si parte con le cattedrali di Cremona, Acerenza, Sessa Aurunca, Montepulciano, Belluno e Asti. Il bando della diocesi di Cremona è già aperto, gli altri «sono in essere». A fare il punto dei tempi, relativamente alle procedure, è don Valerio Pennasso, direttore dell'Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto, durante una conferenza tenutasi online la sera del 22 ottobre, organizzata dalla Federazione Architetti Toscani e dalla rivista Chiesa Oggi.

«Nelle prossime settimane apriremo un altro bando nazionale per selezionare altre sei cattedrali e poi ce ne sarà un terzo», «possiamo sostenere sei diocesi all'anno», ha sottolineato Pennasso. Più nel dettaglio, i bandi nazionali finanziano il 75% dell'opera di adeguamento. Si tratta di contributi derivanti dai fondi otto per mille. «In ambito ecclesiale papa Francesco, in questi ultimi anni, ci sta orientando ad avviare processi culturali, dinamici, vivi, partecipativi, dove la bellezza, che deve essere costruita attraverso una progettualità, la ritroviamo nella qualità della vita delle persone, nell'armonia con l'ambiente, nell'incontro e nell'aiuto reciproco, nei luoghi dove le persone si trovano a casa. Nel momento in cui la cattedrale viene rinnovata dal punto di vista liturgico e la celebrazione viene aggiornata secondo i dettami del Concilio Vaticano II, ecco che ci si trova a casa propria nella dimensione corretta delle relazioni tra le persone», ha affermato Pennasso ricordando anche i contenuti dell'enciclica Laudato si'. Come per i Progetti Pilota finalizzati alla realizzazione di nuovi centri parrocchiali, anche con i bandi per l'adeguamento liturgico, le diocesi sono affiancate dall'Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto.

«L'adeguamento liturgico è un processo culturale che va oltre l'arredamento liturgico, dove è coinvolta la comunità», precisa Pennasso. Si tratta di una progettualità complessa: «teniamo conto – continua - che le nostre cattedrali sono la sedimentazione di processi culturali, storico-artistici e liturgici millenari che hanno necessità di un vero programma di conoscenza, di valorizzazione. Inoltre, il processo culturale di adeguamento di una cattedrale non tocca solo l'aula liturgica, il presbiterio, l'altare, la cattedra, l'ambone, ma il contesto generale territoriale nel quale la cattedrale si colloca e diventa un'occasione esemplare per tutta la diocesi». Aiutare le comunità e le persone a formare un'identità ecclesiale nei luoghi delle celebrazioni, è uno degli obiettivi a cui la progettazione deve ambiziosamente puntare.

L'adeguamento liturgico delle cattedrali affronta il complesso tema della contemporaneità e del suo rapporto con l'antico. A spiegare il senso della contemporaneità è don Severino Dianich, ecclesiologo e teologo: «Se uno entra – dice - in una chiesa con una domanda interiore, alla ricerca di qualcosa, indubbiamente si troverà stupito nel ritrovare un edificio antico abitato da persone, uomini e donne, in carne ed ossa che sono come lui, che sono i suoi vicini di casa, che sono gli abitanti della sua città». «La domanda – continua Dianich – sarà: come mai costoro si radunano in uno spazio antico, caratteristico di altre epoche, realizzando così una specie di schizofrenia della composizione spaziale, per cui il loro vivere, il loro atteggiamento è quello normale del mondo d'oggi, ma lo spazio in cui operano è uno spazio di un altro mondo, con profonde continuità, ci mancherebbe altro, con la tradizione della fede, e anche con la tradizione culturale dei nostri paesi, ma comunque uno spazio un altro mondo. E allora non può non sorgere la domanda: Cosa vuol dire questo iato fra lo spazio in cui ci si colloca e la vita vissuta ogni giorno?».

«Trovarsi trasportati, entrando in chiesa, in un'atmosfera spaziale arcaica estranea il fedele dall'ambiente che egli frequenta ogni giorno e questo è un elemento che crea un problema alla vita religiosa e perché no, alla vita culturale della città», afferma ancora Dianich. «Per il Concilio – continua - l'esperienza liturgica non è qualcosa che ha senso in se stessa, in un famoso numero, il numero dieci della costituzione sulla liturgia, i vescovi del Concilio dichiarano che la liturgia è il punto culminante di una vita vissuta, quindi senza rapporto tra liturgia e vita vissuta non c'è vera liturgia». «L'adeguamento di una chiesa storica, quindi, nel suo complesso ambisce, pur nella consapevolezza di puntare su uno scopo che di fatto sarà sempre solo in parte realizzabile, al superamento di questo scollamento, rendendo in qualche maniera contemporaneo uno spazio antico». «L'ideale – continua il teologo - è quello di raggiungere, pur dentro severi margini di azione, una mutazione dell'impostazione spaziale. Non sempre possibile, lo abbiamo sperimentato mille volte, ma il tentativo va studiato e va fatto».

Il primo bando di concorso, come accennato, è quello per l'adeguamento liturgico della cattedrale di Cremona, che ricalca l'esperienza già conclusa a Pescia. La cattedrale della cittadina in provincia di Pistoia è stata la prima a sperimentare il concorso per l'adeguamento liturgico della sua cattedrale, vinto da Fabrizio Rossi Prodi. Un percorso conclusosi a maggio 2019 con l'inaugurazione dei nuovi spazi presbiteriali. «Progettare il presbiterio di una cattedrale è veramente complicatissimo perché c'è una stratificazione di pensiero, architettonico naturalmente, ma anche liturgico e teologico, quindi misurarsi con questo tema è veramente schiacciante. In questi casi si ricorre al mestiere dell'architetto che è fatto di arte e di tecnica», ha affermato Rossi Prodi, intervenuto alla conferenza per raccontare il progetto di Pescia.

Per la cattedrale di Cremona è stata aperta la manifestazione di interesse, che si conclude alle 12 del 5 novembre. In questa fase preliminare occorre formare una squadra e iscriversi al concorso (il bando è pubblicato sul sito della diocesi di Cremona). «È un bando che vuole in prima fase essere aperto a tutti, aperto prima di tutto agli architetti, singoli o in gruppo, con un liturgista e un artista», ha spiegato don Gianluca Gaiardi, direttore dell'ufficio beni culturali ecclesiastici della diocesi di Cremona. «Dal 16 novembre – ha aggiunto - verrà inviato a tutte le persone iscritte il documento preliminare alla progettazione, lo stiamo affinando in questi giorni. Il Dpp è frutto di un lavoro non solo a livello diocesano e degli uffici beni culturali e liturgico, ma realizzato in condivisione con le varie commissioni, con il vescovo, con i liturgisti, gli storici dell'arte, e in questa prima fase abbiamo voluto coinvolgere anche la soprintendenza di Cremona, Mantova e Lodi», ha concluso don Gaiardi.

Il bando di concorso
I documenti di gara per l'adeguamento della cattedrale di Cremona

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