Appalti

Dl Semplificazioni al palo, arriva la circolare Mit. De Micheli a Fs, Anas e Comuni: applicatelo

La ministra delle Infrastrutture: «Stazioni appaltanti applichino la legge in tutte le sue potenzialità»

di Giorgio Santilli

«Il combinato disposto tra risorse disponibili e strumento normativo per spenderle rapidamente, può produrre un balzo in avanti per la nostra economia; perché ciò avvenga è necessario che le stazioni appaltanti applichino la legge in tutte le sue potenzialità». Si chiude così la lettera/circolare sull’applicazione del decreto legge semplificazioni che la ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli, ha inviato a Regioni, Province, Comuni, Provveditorati, Anas e Rfi - vale a dire alle più importanti stazioni appaltanti d’Italia - con l’obiettivo di indurle ad applicare il decreto (convertito in legge dal Parlamento a settembre) e ad accelerare davvero i cantieri. Il riferimento alle «risorse disponibli» si esplicita, in un altro punto del documento, con i miliardi del Recovery Fund, mentre nel capitolo dedicato ai commissari straordinari, De Micheli fa esplicito riferimento al loro impiego per attuare il programma «Italia veloce» da 200 miliardi, cioè il completamento della rete di Alta velocità, e «tutto il complesso delle infrastrutture italiane».

Al momento il decreto legge semplificazioni, che avrebbe dovuto accelerare grandi e piccole opere, non ha prodotto impatti rilevanti, almeno stando ai segnali che arrivano dal mercato e dalle amministrazioni. E sembra prevalere una certa resistenza, nelle stazioni appaltanti grandi e piccole, ad applicare le deroghe al codice appalti che, soprattutto in materia di gare e affidamenti, vengono consentite per accelerare i tempi.

Da qui nasce la circolare di De Micheli, cui ha lavorato soprattutto il sottosegretario alle Infrastrutture, Salvatore Margiotta, che ha la delega dalla ministra sugli appalti: è un modo per raccomandare fortemente alle amministrazioni e alle grandi società committenti: «Applicate il decreto». Nei provveditorati alle opere pubbliche - che sono diretta emanazione del ministero - e nelle società del gruppo Fs - che sono vigilate dal ministero - la raccomandazione dovrebbe risultare particolarmente stringente, mentre sugli enti territoriali una circolare ministeriale è poco più di un parere.

La circolare è ovviamente anche una ricognizione, e in alcuni casi una interpretazione, delle norme legislative approvate, anche per ricordare che il complesso delle misure è davvero imponente e un’applicazione a 360° non è priva di un effetto sistemico. Sembra tuttavia senza soluzione la questione oggi più rilevante per le amministrazioni di cui già si vede riflesso nella richiesta di pareri all’Anac e nei primi ricorsi ai tribunali amministrativi: se l’applicazione delle deroghe al codice appalti e alla legislazione ordinaria debba essere considerata una facoltà o un obbligo. L’interpretazione prevalente è la prima, che le stazioni appaltanti cioè possano, e non debbano, derogare seguendo le norme del decreto semplificazioni. E anche la circolare sembra andare in quella direzione.

Per gli appalti sotto soglia, infatti, «sarà possibile procedere agli affidamenti diretti sino ad euro 150mila, per i lavori, ed utilizzare le procedure di gara senza bando fino al raggiungimento delle soglie comunitarie». Più sfumata la parte sugli affidamenti sopra soglia comunitari - proprio quelli che più riguardano provveditorati, Anas e Rfi - dove la circolare, richiamando la legge, afferma che «si prevede il ricorso alle procedure negoziate senza bando» quando ricorrano situazioni di «estrema urgenza derivanti dagli effetti derivanti dagli effetti negativi della crisi della pandemia causata dal Covid-19 o dal periodo di sospensione delle attività determinato dalle misure di contenimento adottate per fronteggiare la crisi».

De Micheli quindi spinge per far applicare il decreto legge che però attende un capitolo importante di attuazione - quello che dovrebbe mettere in moto l’intero meccanismo - con la decisione del Presidente del consiglio sull’elenco delle opere da commissariaire con Dpcm. Elenco inviato da tempo dalla stessa De Micheli e che è fermo a Palazzo Chigi.

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