Urbanistica

Rfi, scommessa tecnologica su 177 linee: costo 3 miliardi

Piano accelerato di investimento sul controllo elettronico di marcia: più treni, più puntualità, più sicurezza

di Giorgio Santilli

Non ci sono solo opere ferroviarie civili nella Missione 3 del Pnrr ma anche tecnologie che introducono l’era della ferrovia digitalizzata. European Rail Traffic Management System (Ertms) è il sistema di controllo elettronico della marcia del treno che ottimizza la capacità delle linee esistenti (a parità di infrastruttura passano più treni), garantisce maggiore sicurezza, contribuisce a una maggiore puntualità dei convogli: insomma, una maggiore stabilità complessiva dell’intero sistema ferroviario, tanto più quando l’Ertms è collegato alle centrali di stazione (Acc) per la supervisione della circolazione nei nodi ad alta densità. Ertms è la tecnologia applicata finora solo all’Alta velocità che controlla il distanziamento dei treni, provocando una frenata automatica in caso di riduzione della distanza fra convogli. Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) da dieci anni è all’avanguardia in queste tecnologie grazie alla scelta fatta in origine da Mauro Moretti di investire su questi sistemi per l’Alta velocità, successivamente sposati e spinti dall’Unione europea (anche perché rendono interoperabili le reti nazionali e facilitano la concorrenza su scala europa).

Rfi ha un piano in corso, approvato nel luglio 2017 (in codice NIP 2017), per estendere queste tecnologie progressivamente entro il 2050 a 10mila chilometri di rete (la cosiddetta rete Ten su un totale di 15.493 chilometri), con due step intermedi di quattromila chilometri entro il 2026 e di seimila chilometri entro il 2030. La prima tranche di questo piano (già finanziata con fondi del contratto di programma Rfi) vale 217 milioni e tocca 1.266 chilometri da attrezzare entro il 2022.

Ma Rfi vuole velocizzare il raggiungimento di questo obiettivo considerato strategico e allargarlo all’intera rete. Perciò ha varato un «piano accelerato» da 2,9 miliardi che prevede l’installazione dell’Ertms entro il 2036 su tutti i 15.493 chilometri di rete. Entro il 2026, la rete coperta sarà di quattromila chilometri (tutta la rete considerata core dalla Ue). Del piano fanno parte la dismissione del vecchio sistema di segnalamento e incentivi economici per le imprese ferroviarie per montare i sistemi di bordo su circa cinquemila vecchie cabine.

All’investimento in Ertms si aggiunge un piano tecnologico più complessivo che al momento prevede una spesa di 9,7 miliardi per fare un ulteriore salto tecnologico e mettere in rete tutti i sistemi di gestione del traffico ferroviarie: in particolare, sono finanziati gli ACC, i sistemi di sorveglianza del traffico con le grandi sale di controllo dei treni installate nelle grandi stazioni metropolitane.

Nel Pnrr è stato inserito il «piano accelerato» di implementazione dell’Ertms, con un investimento di 2,97 miliardi messi a carico dei fondi europei per adeguare complessivamente, entro il 2026, 177 linee della rete nazionale: 63 linee su cui l’intervento è avviato ed è da completare entro il 2024; 34 da avviare ma da completare comunque entro il 2024; altre 80 da avviare e realizzare nel triennio 2024-2026.

L’inserimento nel Pnrr è di fatto il via libera all’accelerazione che si tradurrà in una spesa di 50 milioni nel 2021, 299 nel 2022, 345 nel 2023, 643 nel 2024, 705 nel 2025, 928 nel 2026.

Il Pnrr contiene un’analisi costi benefici che giunge alle conclusioni che l’accelerazione dell’installazione dell’Ertms sull’intera rete conviene a Rfi e agli utenti ferroviari. Per Rfi porta a un risparmio complessivo, sia in termini finanziari che economici, di 4,3 miliardi su un totale di investimento di 21,4 miliardi. Questo risparmio è dovuto soprattutto ai benefici anticipati apportati dall’investimento alla gestione (possibilità di fare maggiore offerta soprattutto nei nodi urbani e maggiore puntualità), alla riduzione dei tempi e dei costi di sovrapposizione del vecchio e del nuovo sistema, ai minori costi di manutenzione e di personale.

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