Fisco e contabilità

Gazebo per i tamponi, il Comune di Milano chiede la tassa sul suolo pubblico

Questo l’orientamento di Palazzo Marino, che verrà discusso nelle prossime settimane in consiglio

di Sara Monaci

A Milano si avvicina lo scontro per la tassa sul suolo pubblico da imporre alle farmacie che hanno i gazebo per fare tamponi o vaccini anti Covid. Un tema spinoso sollevato dalla consigliera di opposizione Annarosa Racca (Lega), che in un ordine del giorno ha proposto di sospendere la tassa o almeno alleggerirla per il 2022. Un’iniziativa condivisa all’unanimità dal consiglio comunale ma che dovrà trovare una più precisa definizione in giunta, dove le posizioni sono più articolate.

L’assessore al Bilancio Emmanuel Conte ha dato parere positivo alla proposta di esentare i gazebo dei vaccini, che peraltro non hanno pagato nemmeno nel 2021 in quanto ritenuti indispensabili per il servizio pubblico. Tuttavia la giunta ritiene che se una farmacia si fa pagare i tamponi allora può pagare anche la tassa sull’occupazione del suolo pubblico.

Questo l’orientamento di Palazzo Marino, che verrà discusso nelle prossime settimane in consiglio. Al momento le farmacie coinvolte sono una minoranza, ma secondo Racca un alleggerimento della tassa potrebbe spingere anche altre farmacie, che in questo modo svolgerebbero meglio e più in sicurezza le attività di tamponamento. La consigliera spiega la sua posizione: «Se non è possibile l’esenzione, chiediamo almeno una riduzione dell’importo. Per le farmacie i tamponi sono un costo, spesso assumono personale ad hoc e scelgono il gazebo per essere più veloci e ridurre gli assembramenti. Ma l’occupazione del suolo pubblico arriva a costare anche 100 o 150 euro al giorno».

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