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Piemonte hub logistico d’Europa

L'intervista. Alberto Cirio. La Regione al rilancio con Pnrr e fondi europei è pronta ad alzare la posta sugli investimenti. Tra i target il raddoppio sui progetti per l'idrogeno, un piano per gli invasi da 1 miliardo e massima attenzione a rispettare i tempi per la Tav <br/>

di Filomena Greco, Eleonora Micheli, Enrico Miele, Sara Monaci, Pagina a cura diFilomena Greco, Eleonora Micheli, Enrico Miele, Sara Monaci

Dalla sua ha due risultati ad alto tasso simbolico portati a casa – lo sblocco della Asti-Cuneo, infrastruttura incompiuta per eccellenza nel Nord Italia, e l’apertura del Grattacielo della Regione, dopo anni di litigi e ricorsi –, una stagione straordinaria di risorse grazie al Pnrr e alcune partite difficili, ma ancora aperte, come quella legata alla futura fabbrica Intel in Italia. Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, ospite del Forum organizzato da Radiocor e da Il Sole 24 Ore Spa, parla del futuro della regione subalpina, con una certezza: «Il rilancio del Piemonte, retroporto naturale della Liguria, passa dalla logistica, grazie alla sua posizione, all’incrocio tra Terzo valico e Alta Velocità Torino-Lione». Sul Pnrr – 6 miliardi andranno al Piemonte, poco più di un miliardo la quota in carico alla Regione – la scommessa è di raddoppiare sui progetti legati all’idrogeno: «Abbiamo risorse pari a venti milioni e progetti per almeno il doppio» dice. Il Piemonte ha presentato un piano per rafforzare il sistema degli invasi da un miliardo, in chiave anti siccità, ed è tra le poche regioni ad aver avocato a sé la gestione delle concessioni per lo sfruttamento dei bacini idrici, con l’idea di utilizzare questa leva per rendere più attrattivo il territorio. «Abbiamo inserito nel capitolato la possibilità di acquistare energia a prezzi calmierati, l’idea è di metterla a disposizione delle imprese, a cominciare da Stellantis, per attrarre investimenti».

Il rischio deindustrializzazione è alle spalle? Su cosa si deve far leva per il rilancio?

Il futuro è nel NordOvest. Se parliamo di porti in Italia parliamo soprattutto di Genova e non di Trieste. Abbiamo scontato per decenni l’isolamento rispetto a Roma, oggi la capitale è la Baviera, o Bruxelles, e noi siamo nel cuore di quest’area. Se parliamo di corridoi strategici allora pensiamo al Lisbona-Kiev, di cui la Torino-Lione è parte, e della linea Genova-Rotterdam, che incrocia ad Alessandria.

Cosa manca per fare il salto?

Manca pochissimo tempo, sono molto fiducioso. Quando abbiamo incontrato il ceo di Stellantis Tavares con il sindaco di Torino per convincerlo della bontà di investire a Mirafiori, le domande che mi ha fatto erano tutte relative ai tempi di realizzazione della Tav. Quello su Mirafiori è un investimento che porterà importanti ricadute, l’agreement firmato da Comune, Regione e Stellantis prevede che si realizzi l’hub del riciclo. Entro il 2030 le auto del gruppo saranno realizzate con materiale riciclabile e da Mirafiori sarà semplice spostare pezzi e componenti grazie all’Av.

Come se la cava il Piemonte con i fondi europei?

Il Piemonte vanta una spesa certificata e rendicontata al 97% per il FSE e al 90% per il Fesr, a sette mesi dalla scadenza dell’Ue sul precedente periodo di programmazione. Supereremo il 100% delle risorse spese e siamo dunque in corsa per accaparrarci una quota aggiuntiva di fondi che arriverà da quelle regioni europee che non sono riuscite a spendere. Siamo stati i primi ad avere il nuovo piano per i fondi europei 2021-2028. Con noi anche l’Emilia Romagna ma ricordo sempre a Bonaccini che siamo arrivati primi, anche se di poco.

Se potesse avere una quota aggiuntiva dal Pnrr cosa farebbe?

Andremo in overbooking sul tema dell’idrogeno. Come Piemonte abbiamo vinto una call del Governo Draghi, con 20 milioni di risorse assegnate ma abbiamo progetti per almeno il doppio. Il Piemonte ha tutti gli elementi per diventare la Hydrogen Valley d’Italia.

Qual è l’infrastruttura che le sta più a cuore?

Questo è l’anno della tratta italiana della Tav. Dobbiamo rimanere concentrati sulla nostra parte di competenze, i francesi si prenderanno il loro tempo.

Tra i dossier più importanti c’è la futura fabbrica Intel in Italia. La questione è chiusa?

Vi posso però dire che la partita è aperta. Abbiamo fatto un enorme lavoro, con 30 persone impegnate sul dossier realizzato in inglese e siamo in corsa con il Veneto. Quanto alle voci di un possibile passo indietro di Intel, credo ci sia soltanto un rallentamento.

Su progetti come la Città dell’aerospazio o il polo del manufacturing il Piemonte si gioca il futuro ma i tempi si sono allungati. Come recuperare?

Sulla Città dell’aerospazio, la prima pietra sarà posta entro l’autunno, ho chiesto al ministro Guido Crosetto di farlo. Il Manufacturing center è un progetto in capo al Politecnico, nell’area di Mirafiori opera già uno dei Competence Center più importanti d’Italia. Andiamo avanti.

Cosa ci sarà nel suo futuro politico? Si ricandida nel 2024?

Fare il presidente della Regione è una delle cose più belle che uno possa fare. Sento l’affetto della gente, mi commuove. È altrettanto vero che io sono un europeista innamorato dell’Europa e se ci fosse la possibilità di avere per il mio paese un ruolo a Bruxelles, lo valuterei con attenzione.

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