Appalti

Anas-Fs/2. Armani: «Legittimo valutare, ma non si torni indietro sull’evoluzione industriale della società strade»

di A.A.

«Legittimo valutare i costi e benefici della fusione Anas-Fs, ma non si facciano passi indietro sull'evoluzione industriale di Anas e sull'autonomia finanziaria». Così l'Ad di Anas Gianni Vittorio Armani ha commentato le critiche del Governo (esponenti della Lega) o le perplessità (il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli) sull'assorbimento Anas nel gruppo Fs, perfezionato il 19 gennaio scorso.

Il riferimento di Armani è al processo messo in campo in questi anni da Anas per rinnovare le prassi organizzative della società dopo gli anni opachi della “dama nera” e le inefficienze dei contenziosi lievitati fino a oltre 10 miliardi di euro. Dal 2015 Armani ha completamente rinnovato i vertici della società, cercando di uniformare le procedure rispetto al caos precedente e di superare pratiche da ministero più che da società per azioni, quale formalmente Anas è. Tutto questo è culminato con il nuovo Contratto di programma Ministero-Anas perfezionato il 31 dicembre scorso, contratto che insieme alla certezza pluriennale di finanziamenti (oltre 23 miliardi di euro) introduce i “corrispettivi” (per servizi e investimenti) al posto dei pagamenti a piè di lista, una modifica che negli obiettivi dovrebbe portare più efficienza nell'Anas, meno costi per lo Stato e nei prossimi anni l'autonomia finanziaria dell'Anas rispetto al bilancio dello Stato.

Tutto questo non ha nulla a che fare con l'assorbimento di Anas nel gruppo Fs, perfezionato il 19 gennaio e che avrebbe l’obiettivo - ancora tutto da realizzare - di creare sinergie industriali tra Anas e Fs, soprattutto le società Rfi (infrastrutture) e Italferr (progettazione). «Da parte di ogni nuovo governo - ha detto Armani - è del tutto legittimo domandarsi e valutare costi e benefici delle decisioni dei governi precedenti. Quello che però non si deve fare è tornare indietro nella trasformazione industriale e nell'autonomia finanziaria di Anas, marcia indietro che non consentirebbe di lavorare bene e di raggiungere gli obiettivi posti dal nostro piano industriale». E cioè l'aumento degli investimenti annui da 1,7 a tre miliardi di euro, la soluzione del contenzioso pregresso con costi del 10% circa rispetto alle richieste delle imprese, la manutenzione sistematica di ponti e viadotti, l'eliminazione delle pratiche corruttive interne.

«Tra le cose completamente sbagliate che sento - spiega l'Ad di Anas, Gianni Armani - è che l'assorbimento di Anas in Fs sarebbe servito a far pagare a Fs il contenzioso di Anas. Non esiste proprio. Il contenzioso pregresso Anas, che come noto mi sono ritrovato a gestire dal mio arrivo nel 2015, è dello Stato», perché - spiegano fonti Anas - le strade sono demanio statale, e dunque in ultima istanza è lo Stato a essere responsabile dei costi della manutenzione e ampliamento della rete, e dunque anche del costo aggiuntivo (eventuale) degli appalti. «L'integrazione con Fs - prosegue Armani - non cambia assolutamente nulla sul contenzioso. Cambierebbe invece con l'autonomia finanziaria dell'Anas, il percorso avviato con il Contratto di programma 2017, che renderebbe la società autonoma e responsabile. Il punto comunque è risolvere il contenzioso con costi sostenibili, e lo stiamo facendo».
Ma quanto vale oggi il contenzioso Anas? «Siamo partiti dalla cifra monstre di 14 miliardi di euro - spiega Armani - dove però (è bene precisarlo) solo 6 miliardi erano contenzioso giudiziario vero, il resto (8 miliardi) sono richieste delle imprese (riserve) del tutto ipotetiche». «Ad oggi - prosegue l'Ad di Anas - abbiamo risolto per 2,5 miliardi (accordi transattivi chiusi con le imprese, ndr) e siamo in discussione per altri 3 miliardi».

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