Personale

Sanità, dal contratto arretrati fino a 4.500 euro

Nella preintesa firmata aumenti medi da 175 euro per 545mila dipendenti

Quando l'ipotesi di contratto della sanità firmata da Aran e sindacati nella tarda sera di mercoledì diventerà definitiva, produrrà arretrati fra 1.350 e i 2.850 euro a seconda della posizione economica. Ma nel caso degli infermieri, che sono 277mila sui 454mila dipendenti interessati dal rinnovo, il conto sale fra i 3mila e i 4.500 euro. Cifre importanti, che però arriveranno in busta paga solo dopo il solito iter di verifiche in Ragioneria generale e Corte dei conti che precedono la firma definitiva. Viste le esperienze recenti, si può ipotizzare che il cammino si concluda intorno a novembre.

La parte economica è senza dubbio quella su cui si concentrano le attenzioni più immediate. E per gli infermieri affianca agli aumenti tabellari, da 58,5 a 98,1 nei vari scalini della gerarchia economica del comparto, l'attivazione di quell'indennità Covid che il governo Conte-2 ha inserito nella legge di bilancio per il 2021 com epremio all'impegno della categoria nei mesi più bui dell'emergenza; ma che per essere riconosciuta ha bisogno appunto della disciplina contrattuale. Va dai 62,81 euro lordi al mese riconosciuti agli «operatori», l'attuale categoria «Bs», ai 72,79 euro indirizzati a «professionisti della salute» e «funzionari» (categorie «D» e «Ds»). E amplia appunto gli arretrati, perché decorre dal 1° gennaio 2021. Il riassunto dei termni economici nei calcoli della Funzione pubblica parla di aumenti medi da 175 euro lordi al mese per 13 mensilità, che corrispondono a una rivalutazione del 7,22% in un conto che comprende anche lo sblocco dei fondi per la contrattazione integrativa (una media di 12 euro al mese) e le risorse per la riforma degli ordinamenti (13 euro al mese).

Fuori dalle medie, ovviamente, i numeri più alti riguardano gli infermieri. Per il ministro per la Pa Renato Brunetta queste cifre rappresentano «il riconoscimento doveroso» per un personale sanitario «ogni giorno in prima fila nelle strutture del Paese per garantire l'assistenza e i servizi di cura ai cittadini, a partire da quelli più fragili». «L'accordo accresce diritti e tutele», sostiene il titolare della Salute Roberto Speranza.

Soddisfazione anche da parte sindacale. Con il contratto «si apre una stagione nuova per il riconoscimento del lavoro nella sanità pubblica del nostro Paese» secondo il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. La Cisl parla di «consolidamento del processo di innovazione della Pa» mentre il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri avverte che si tratta di «un primo passo, sicuramente positivo che però non esaurisce la risposta agli eroi della pandemia». La Cse con il segretario Marco Carlomagno sottolinea l'avvio di «un percorso di riconoscimento e valorizzazione delle diverse professionalità sanitarie e socio sanitarie» e la Nursind con Andrea Bottega vede nell'intesa «il massimo che si poteva ottenere per rendere migliori le condizioni degli infermieri».

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