Imprese

Anac contro l'Anas: appalti per un miliardo fermi per lungaggini burocratiche

La delibera dell'Anticorruzione con gli interventi per i quali non si è applicato il decreto semplificazioni

di Giorgio Santilli

Almeno 800 milioni, probabilmente un miliardo, di lavori tenuti fermi da Anas per lungaggini nella procedura di gara e di affidamento. È quanto ha accertato l'Autorità nazionale Anticorruzione (Anac) al termine di un'approfondita istruttoria su un ampio campione di opere pubbliche pervenute alla fase di aggiudicazione ma non affidate in appalto e non consegnate nei tempi previsti. Con la delibera n.78/2022 Anac ha severamente stigmatizzato il «sostanziale disattendimento di Anas» del decreto legge semplificazioni 76/2020 e ha constatato «l'inerzia nell'espletamento degli adempimenti amministrativi e delle procedure di affidamento». Parte delle opere contestate da Anac, perché non attivate, risultavano inserite tra gli interventi infrastrutturali ritenuti prioritari dal governo. Nelle controdeduzione di Anas venivano segnalate varie cause di rallentamento come casi di contenzioso o di indagini penali o di presentazione di una sola offerta. O anche problematiche legate all'emergenza Covid che, però, il Dl 76 voleva superare.

Argomenti che non hanno convinto l'Anac che ha riscontrato «la lentezza con la quale si sono svolte le operazioni di gara e i connessi adempimenti amministrativi, con conseguenti gravi ritardi nell'assegnazione degli appalti» e ha sottolineato che le aggiudicazioni sono state completate a volte con tre o quattro anni di ritardo rispetto alle iniziali scadenze. «Anas non si è adeguatamente attivata per adempiere compiutamente al dettato della norma» del decreto Semplificazioni, sostiene l'Autorità. E nel caso dell'accordo quadro per le manutenzioni della E45/E55: «Si ritiene che il lungo protrarsi delle operazioni di gara, a causa dell'inerzia di Anas nello svolgimento delle proprie attività amministrative, possa aver scoraggiato la partecipazione alle gare degli operatori economici fino a causare il ritiro dalla competizione dei concorrenti partecipanti». E ciò «costituisce un vulnus per la concorrenza e, nel contempo, è causa di danni indotti agli utenti per i potenziali ritardi nell'esecuzione dei lavori di manutenzione programmati».

L'indagine dell'Anac è partita da una denuncia dell'Ance che lamentava il blocco da parte di Anas di alcuni appalti banditi prima della pandemia e non avviati con grave sofferenza economica per le imprese del settore.Tali opere avevano ottenuto finanziamenti per quasi due miliardi di controvalore economico: oltre il 50% - dice l'Autorità - sono risultati ingiustificatamente bloccati da parte di Anas per inadempienze burocratiche.L'Anac ha inoltre accertato «la distorta applicazione dell'articolo 23, comma 3 bis, del codice degli appalti da parte di Anas» nel caso dell'appalto dei lavori della Tangenziale di Foggia: in particolare non si era proceduto a svolgere la preliminare progettazione esecutiva per appaltare i lavori di un'opera che doveva essere considerata «nuova opera» in quanto contenente «interventi di manutenzione che prevedono il rinnovo o la sostituzione di parti strutturali» e quindi non assoggettabile a procedura semplificata.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©