Progettazione

Rigenerazione urbana, Oice: «Incomprensibile lo stop alla legge, rischiamo il blocco delle iniziative»

Il presidente Scicolone: «Esprimo grande preoccupazione sul futuro dell'iter del disegno di legge»

di El & E

«Incomprensibile lo stop alla legge in discussione, così si rischia il blocco delle iniziative». È questa la posizione espressa dall'Oice, l'Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria, in merito alla frenata sui lavori del disegno di legge in tema di rigenerazione urbana all'esame del Senato. Per il presidente Gabriele Scicolone la nota del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato n. 18744/2022 «lascia veramente perplessi, perché liquida con pochi commenti il lavoro di molti anni compiuto in sede parlamentare cui anche la nostra Associazione ha partecipato con audizioni e proposte. E questo proprio nel momento in cui si era arrivati ad un apprezzabile testo unificato. Esprimo grande preoccupazione sul futuro dell'iter del Disegno di Legge n. 1131, che dovrebbe invece essere sostenuto e portato avanti, visto anche il coinvolgimento del Mims sui temi più delicati del testo».

Il punto di maggior preoccupazione per Valter Macchi, consigliere Oice e coordinatore del gruppo di lavoro Oice Rigenerazione urbana «non è tanto la visone negativa basata su criteri puramente contabili del parere contrario della Ragioneria di Stato ma, come più volte dichiarato, la non più derogabile necessità di metter mano a tutta la disciplina urbanistica che oggi è regolata da una legge urbanistica del 1942, da un Testo Unico dell'edilizia del 2001 e da un Dpr sulla tutela ambientale e dei beni culturali del 2004. Il Ddl, giacente al Senato, sul tema della rigenerazione urbana che fonda le radici sulla drastica limitazione del consumo del suolo, portando l'Italia al livello dei più diligenti paesi europei, è visto dalla nostra Associazione come l'inizio di un processo di cambiamento della politica urbanistica che, come avvenne dopo il secondo conflitto bellico mondiale, con la legge Urbanistica del 1942, possa guidare in coerenza con i principi di sviluppo urbano, di economia circolare, di freno al consumo del suolo, di energia rinnovabile, di salvaguardia dell'ambiente e dei nostri centri storici, il futuro del nostro territorio. Temi questi che il governo del territorio non può più rimandare ma neanche essere condizionato da una visone ragionieristica della pianificazione urbana».

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