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Voce: «Crotone senza risorse, ma i dati non dicono tutto»

di Nino Amadore

«Finché ci saranno voci come lavoro, povertà, mancanza di asili nei parametri allora Crotone come tante altre aree del Sud saranno destinate a rimanere ultime». È la premessa di una breve ma intensa chiacchierata con Enzo Voce, sindaco di Crotone, città (ma sarebbe meglio dire provincia) che per il secondo anno consecutivo si piazza all’ultimo posto della classifica sulla Qualità della vita. L’anno scorso il primo cittadino era stato eletto solo da qualche mese ma a distanza di un anno si ritrova con i soliti problemi strutturali.

Cosa non la convince?

Vede non riesco ad accettare che sia ultima una città che è ricca di cultura storica millenaria, di siti archeologici ma anche una città con, per esempio, una qualità dell’aria che certo fa invidia visto che i valori delle polveri sottili sono sempre nella norma. Solo per fare alcuni esempi. Lei dirà: ma dove vuole arrivare?

Giusto, dove vuole arrivare?

Io dico che se da una parte non abbiamo l’industria e lo vediamo dal punto di vista della ricchezza, dall’altro abbiamo una qualità che non è misurata. Io ho lavorato nel mondo della chimica e con il nostro laboratorio mobile facevamo i monitoraggi anche al Nord a Monza, a Legnano e non le dico quali erano i risultati. Eppure lì la qualità della vita secondo quei parametri è migliore della nostra. Forse sarebbe il caso di cambiarli questi parametri.

Va beh ma non c’è solo questo.

Non ho dubbi ma vanno considerati altri aspetti come il costo della vita. E poi...

Prego.

Parliamo di sanità. Lei lo sa per esempio che i cittadini di Trento ricevono dallo Stato 200 euro in più rispetto ai cittadini calabresi? La verità è che noi continuiamo a essere poveri perché non ci mandano i fondi che ci devono mandare. E poi ci sono problemi che un sindaco non può risolvere e noi a maggior ragione per mancanza di personale e di risorse. Serve un intervento strutturale, complessivo e adeguato da parte dello Stato.

Il Pnrr vi potra aiutare?

Ci hanno assegnato sette persone, ne sono arrivate tre. Ma le dobbiamo formare noi.

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