Fisco e contabilità

Conto annuale, l'invio dei dati alla Ragioneria slitta al 10 settembre

Agli enti un mese in più per risolvere il rebus delle novità sulla rilevazione del trattamento accessorio e del limite 2016

di Gianluca Bertagna e Davide d'Alfonso

Slitta al 10 settembre la scadenza per l'invio del Conto annuale del personale per l'anno 2020. Lo spostamento della data concede agli enti oltre un mese di tempo aggiuntivo per reperire le informazioni necessarie alla compilazione del monitoraggio nonché per risolvere il rebus delle novità sulla rilevazione del trattamento accessorio e del limite 2016.
Intanto giunge a firma di alcune organizzazioni sindacali di categoria (Direl Segretari, Fedir Segretari) una nota indirizzata alla Ragioneria generale dello Stato, all'Albo dei segretari e al dipartimento per la Funzione pubblica, nella quale si richiama l'attenzione sulle criticità che da tempo segnano il trattamento economico dei segretari, poste più che mai in evidenza dal Conto annuale 2020.

Le innovazioni del monitoraggio di quest'anno, come già evidenziato su queste pagine, infrangono alcune abitudini consolidate. Al quarto anno di rilevazione dall'entrata in vigore dell'attuale vincolo al trattamento accessorio, definito dall'articolo 23 comma 2 del Dlgs 75/2017, la rilevazione si è arricchita infatti di alcune verifiche di dettaglio, con la modulazione o l'introduzione di Squadrature e Incongruenze ad hoc e la previsione di una Tabella 15 e di una Scheda Sici specifiche per i segretari.

La novità rischia di creare grosse difficoltà agli enti che abbiano, finora, considerato il salario accessorio del segretario (almeno in parte) fuori limite. La sua inclusione, peraltro senza distinzione tra voci facoltative e voci obbligatorie per disposizione pattizia, genera due possibili distorsioni ex post del calcolo:

- Alcuni enti, che nel 2016 avevano una maggiore incidenza della figura sulla spesa accessoria rispetto all'attuale (perché avevano un segretario titolare di sede o con percentuale di convenzione più alta) potrebbero trovarsi a rideterminare il limite al rialzo, beneficiando di spazi aggiuntivi per altre voci soggette al vincolo di legge;

- Altri enti, nella condizione opposta, potrebbero registrare nel 2020 uno sforamento del limite, collegato a un salario accessorio del medesimo segretario, finora non computato o computato parzialmente, che è "inaspettatamente" cresciuto rispetto all'anno limite.

L'intervento delle sigle sindacali allarga l'orizzonte dell'analisi agli effetti retributivi negativi per la categoria che l'inclusione di quelle voci nel tetto dell'accessorio sta già oggi avendo in molte realtà: tante amministrazioni «non riconoscono la retribuzione di risultato o la maggiorazione di posizione, trovandosi in difficoltà nel rispettare i limiti posti in sede di coordinamento della finanza pubblica da parte del legislatore statale alla spesa di personale».

L'impostazione del Conto, sottolineano con favore le organizzazioni sindacali, sembra rappresentare un accoglimento della richiesta di costituire un fondo per il salario accessorio anche per i segretari, come avviene per il personale dirigente e per quello delle categorie. Di segno negativo, invece, il commento riservato all'inserimento tra le voci accessorie anche dell'indennità per sedi convenzionate, ex articolo 45 del Ccnl 16 maggio 2001, che anche l'Aran in un recente orientamento ha chiaramente definito come trattamento fondamentale.

La nota invoca un intervento legislativo che risolva le contraddizioni aperte. I sindacati ritengono, ad esempio, che anche gli enti con sede vacante dovrebbero stanziare le somme necessarie al trattamento accessorio del segretario, in caso di copertura della sede che potrebbe, peraltro, essere disposta dall'Albo.

La sollecitazione si fa ancora più netta, lì dove si evidenzia che «sarebbe quanto mai opportuno un chiarimento che scongiuri un'applicazione strumentale delle istruzioni del MEF al fine di non riconoscere al segretario gli emolumenti dovuti perché esorbitanti rispetto al limite del salario accessorio o, addirittura, di giustificare la mancata copertura della sede per carenza di spazi assunzionali».

La comunicazione conclude auspicando anche un intervento urgente a supporto delle amministrazioni che si trovano oggi a metà del guado, nonché a tutela del trattamento retributivo della categoria, per chiarire «che gli enti che non avevano previsto nel 2016 la spesa del segretario nella sua interezza e hanno utilizzato la corrispondente quota per effettuare altre assunzioni, dovranno ricostituire il budget e rientrare gradualmente nei parametri di legge, senza per questo vedersi precluse legittime scelte sulla copertura della sede di segreteria».

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