Urbanistica

Laboratori Marconi vince la gara per rifare il catasto del sottosuolo

Aggiudicato da Infratel, a livello nazionale, lo sviluppo software, manutenzione evolutiva e correttiva per il Sistema informativo delle infrastrutture (Sinfi)

di Andrea Biondi

Alle spalle c’è il modello Bologna, con il Comune partito come apripista anni fa nella mappatura di reti e infrastrutture nel sottosuolo, chiudendo il cerchio prima di tante altre città. Non a caso l’allora Metroweb – società della fibra wholesale poi confluita in Open Fiber – scelse il capoluogo emiliano fra i primi in cui sbarcare dopo Milano.

Alla Laboratori Guglielmo Marconi ora spetterà rimettere mano – a livello nazionale – al Sinfi. Alla società attiva nello sviluppo di soluzioni e nell’erogazione di servizi di networking, cybersecurity e progettazione e, nell’ambito specifico, nello sviluppo e utilizzo a livello regionale e comunale di una piattaforma software di catasto elettronico delle infrastrutture, è stato aggiudicato da Infratel, a livello nazionale, lo sviluppo software, manutenzione evolutiva e correttiva per il Sistema Informativo Nazionale Federato delle Infrastrutture (Sinfi). Si tratta nei fatti del sistema istituito per agevolare la condivisione delle infrastrutture e la pianificazione degli interventi a valle di una mappatura delle reti esistenti e di ogni altra infrastruttura fisica in grado di ospitarle.

L’attività della società di consulenza – spin off della Fondazione Marconi, con sede a Pontecchio Marconi sull’Appennino bolognese e attiva da trent’anni – sarà quella di rimettere mano alla piattaforma che è già esistente, ma da rivedere. Il tutto in un periodo di 24 mesi complessivamente.

La commessa, aggiudicata da Infratel (società in house del Mimit) per 630mila euro, ha un valore che va al di là dell’aspetto economico per la realtà guidata dal direttore generale Roberto Spagnuolo, che fattura sui 10 milioni e nella quale lavorano una 70ina di persone cui si aggiungeranno una trentina di nuove assunzioni nei prossimi mesi.

Del resto la società emiliana è stata preferita per l’operazione di rifacimento di quello che a livello nazionale è il catasto delle infrastrutture fisiche di posa presenti sul territorio nazionale, sottosuolo e sopra suolo, detenute dagli operatori di telecomunicazioni, dalle utilities e dagli enti. In questo quadro il Sinfi è nato e costituisce uno strumento di coordinamento e trasparenza per la strategia per la Banda ultralarga con cui, a partire dal governo Renzi, si è avviata – seppur faticosamente visti i ritardi – l’operazione di posa di diffusione della banda ottica sul territorio nazionale. La condivisione delle infrastrutture mediante una gestione ordinata del sotto e sopra suolo e dei relativi interventi, evitandone la duplicazione anche per ridurre gli impatti ambientali e i costi complessivi del sistema, diventa in questo quadro un punto chiave.

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