Urbanistica

Ance: «Un'altra misura a metà che non risolve il problema del blocco»

La correzione inserita nel Dl Aiuti non sblocca i crediti fiscali incagliati in pancia alle imprese

di Giuseppe Latour

Una misura a metà. L'ennesima correzione che rischia di aggiungersi a un elenco lunghissimo, senza riuscire a risolvere in maniera definitiva il problema dei crediti fiscali incagliati in pancia alle imprese. Così Federica Brancaccio, presidente dell'Ance, commenta a caldo le notizie che arrivano dai lavori in corso sulla legge di conversione del decreto Aiuti quater. Dettagli tecnici a parte, domina una sensazione di delusione: «La premessa - spiega Brancaccio - è che non abbiamo ancora documenti ufficiali, quindi siamo in attesa. Detto questo, le indicazioni che ci arrivano parlano dell'introduzione di un finanziamento che, nella pratica, per noi non risolverebbe niente». L'associazione dei costruttori «aveva chiesto una misura straordinaria, in grado di risolvere il problema dei crediti bloccati. A regime, quando la situazione sarà normalizzata, si può parlare di tutto, anche di una misura del genere, ma di certo questo intervento è insufficiente per affrontare l'emergenza attuale». Brancaccio spiega che «le banche già oggi possono cedere tra loro».

Quindi, aumentare questi eventuali passaggi intra-gruppo non è decisivo. Allo stesso modo, lo strumento del finanziamento, seppure agevolato, presenta delle forti criticità. «Le imprese, attivando un finanziamento, si precludono la possibilità di effettuare altri investimenti», dice. Inoltre, «anche il meccanismo di restituzione dei prestiti non funziona, perché rischia di penalizzare le imprese che non hanno la capacità fiscale per compensare i crediti».Per la presidente, insomma, «è un'altra mezza misura che ancora una volta non risolve il problema del mercato. Pensiamo, invece, a un intervento straordinario, come avevamo chiesto».

Il riferimento (anche se «siamo disponibili a ragionare su ipotesi che abbiano lo stesso meccanismo automatico e semplice») resta la proposta, elaborata dall'associazione insieme ad Abi, di utilizzare la leva degli F24 per consentire alle banche di scaricare un gran numero di crediti fiscali, liberando la loro capienza, da tempo al limite: proposte del genere sono state depositate tra gli emendamenti e valgono almeno 5 miliardi ogni anno di capacità liberata.«Gli emendamenti sono stati segnalati e portati avanti - conclude Brancaccio -, poi sentiamo dire che la Ragioneria e il ministero dell'Economia sarebbero contrari, ma su questo non abbiamo notizie dirette. Lo spauracchio dell'Eurostat che sentiamo agitare è qualcosa che, per noi, non ha reale consistenza».

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