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Butti: «Spid, ora il rinnovo delle convenzioni, poi razionalizzazione»

In vista della scadenza del 23 aprile il sottosegretario all’Innovazione tecnologica invita i fornitori d’identità digitale al confronto. E annuncia: «L’Italia sta già sperimentando l’e-wallet»

di Manuela Perrone

Sì al dialogo con i fornitori di Spid per «lavorare a un’intesa nel miglior interesse di cittadini e imprese» e rinnovare le convenzioni, in scadenza il 23 aprile dopo l’ultima di una serie di proroghe. Ma «tre strumenti di identità non semplificano la vita e costano allo Stato»: razionalizzare è d’obbligo, anche in vista della piattaforma per l’identità digitale europea allo studio a livello Ue. Parola di Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica e senatore di Fdi, che ieri ha convocato e ricevuto AssoCertificatori (l’associazione che unisce gran parte degli undici provider: Aruba, Tim, Register, Infocert, Namirial, Poste, Sielte, Intesa, TeamSystem, Lepida ed Etna) e che al Sole 24 Ore annuncia: «L’Italia sta già sperimentando l’e-wallet, in anticipo rispetto ad altri Paesi europei».

Sottosegretario, il cantiere identità digitale torna in fermento. AssoCertificatori chiede certezze sul destino delle convenzioni. Il governo vuole rinnovarle?

AssoCertificatori ha tutto il diritto di avere una risposta che tarda ad arrivare da otto anni. Nessuno dei governi precedenti ha mai ascoltato le loro richieste, né ha mai messo mano al portafoglio per consentire che Spid potesse essere gestito in modo sostenibile. Per questo abbiamo avviato un dialogo che proseguirà la prossima settimana.

Il nodo è anche economico. Il boom di identità e servizi è evidente: 34,2 milioni di identità Spid erogate finora, oltre un miliardo di accessi nel 2022. I provider sostengono che il contributo dello Stato è irrisorio rispetto all’aumento dei costi. Vede possibile un’intesa?

Noi siamo assolutamente soddisfatti della crescita e dei risultati ottenuti da tutti gli strumenti di identità digitale, nati in epoche diverse per rispondere a esigenze molteplici. Per questo è in corso una valutazione economica dei costi sostenuti e lavoriamo a un’intesa nel migliore interesse di cittadini e imprese.

Ci sono stati fraintendimenti sul futuro di Spid e sull’intenzione di convergere nel lungo periodo su un sistema unico di identità digitale nazionale. Come centrare l’obiettivo senza disperdere l’esperienza di successo di Spid?

Malgrado qualcuno abbia inteso equivocare le mie parole, ho parlato chiaramente della necessità di razionalizzare gli strumenti di identità digitale per avvicinarci al quadro europeo e semplificare la vita a cittadini e imprese. Non credo che la questione dovrebbe dividerci tra tifoserie. Tre strumenti di identità non semplificano la vita e costano allo Stato. Noi abbiamo un percorso di identità digitale europeo in fase avanzata, che dobbiamo non solo seguire ma altresì anticipare per consentire ai cittadini italiani, il più velocemente possibile, di dialogare agevolmente con le pubbliche amministrazioni italiane ed europee. Occorre trovare un accordo tra tutti i soggetti coinvolti, e con grande attenzione sotto l’aspetto giuridico, tecnico e tecnologico, rapportandoci con l’Europa.

A questo proposito, la Commissione ha appena pubblicato il primo toolbox comune per implementare il digital identity wallet europeo. È vero che state pensando a una app, modello green pass, su cui far convergere Spid e Carta d’identità elettronica?

Partendo dai presupposti europei, che indicano in modo chiaro dei livelli di sicurezza da garantire, dobbiamo gestire l’identità dei cittadini e gli attributi correlati in modo sicuro e trasparente. È chiaro che dobbiamo eliminare le barriere di accesso per garantire a tutti la fruizione semplice dei servizi pubblici con un’unica chiave. Stiamo già sperimentando l’e-wallet, quindi siamo avanti rispetto ad altri Paesi europei. Il nostro cellulare dovrà contenere servizi base, come l’identità digitale, titoli di studio o la patente di guida, ma anche i servizi avanzati come i sistemi di pagamento. Tutto questo per il solo obiettivo di rendere un servizio migliore a cittadini e imprese.

Capitolo Cie. Si può renderla gratuita e più facile da usare per accedere ai servizi online della Pa?

Oggi la situazione varia da Comune a Comune. Dobbiamo lavorare insieme a loro per ridurre le tempistiche di rilascio e semplificare l’utilizzo della Cie, mutuando quanto di positivo è emerso finora.

Si è riunita per la prima volta la task force che ha istituito a supporto della sua azione. Il cronoprogramma Pnrr sulla transizione digitale sarà rispettato?

Ho chiesto a esperti di digitale e di Pubblica amministrazione, coordinati dal professor Donato Limone, un aiuto concreto per semplificare le procedure. Se non semplifichiamo non possiamo digitalizzare, altrimenti rischieremmo di sommare la burocrazia digitale a quella già asfissiante per cittadini e imprese. La commissione, con il Dipartimento che coordino, lavorerà alla semplificazione del maggior numero dei procedimenti amministrativi, del Codice dell’amministrazione digitale, all’introduzione di un testo unico per l’innovazione, all’identità digitale e alla sanità digitale.

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