Amministratori

Roma, Raggi frena sullo stadio: «Ereditiamo un iter avanzato, rischio causa multimilionaria»

di Manuela Perrone

Dopo l'accelerazione di martedì, con il vicesindaco Luca Bergamo che ringraziava la As Roma «per aver risposto alle sollecitazioni dell'amministrazione», sullo stadio di Tor Di Valle arriva la frenata. Tattica. Per arginare le proteste degli attivisti Cinque Stelle, rimasti privi del baluardo anti-cemento incarnato dall'ormai ex assessore Paolo Berdini e sul piede di guerra per il dietrofront degli eletti pentastellati rispetto alle battaglie del passato.

La frenata
La sindaca Virginia Raggi comincia di buon mattino a minimizzare il passo avanti con il club: «Non c'è alcun accordo, stiamo lavorando per capire se sia possibile trovare una via di mezzo. Non ci sarà alcuna colata di cemento». Poi, nel pomeriggio, con un post sul blog di Beppe Grillo, scrive «tutta la verità sullo stadio»: un progetto ereditato «dal sindaco Marino e dalla maggioranza Pd», che «ha un'eccedenza di edificazione “solamente” del 70% in più rispetto a quanto previsto dal piano regolatore generale» e un iter già avanzato e quasi a conclusione. Che significa, secondo Raggi, «causa multimilionaria all'orizzonte che la società potrebbe intentare contro il comune per via degli atti amministrativi compiuti dalla giunta Marino». Fin qui la pars destruens. Ma c'è anche quella construens: la volontà, spiega la sindaca, è «trovare un accordo per dare ai romani una struttura sportiva all'altezza del millennio e delle grandi capitali europee». Grillo ironizza: «I giornalisti tra un po' scriveranno che voglio una Grillo Tower di 300 piani a Roma».

Il clima
Al di là delle battute, l'intervento di Raggi punta a placare la base agitata. Gli attivisti romani non dimenticano le intemerate dei consiglieri grillini contro «il regalo ai poteri forti» ai tempi dell'approvazione della delibera Marino né l'esposto in procura firmato anche da Raggi a dicembre 2014 in cui l'impianto veniva definito «un'enorme speculazione immobiliare» (parole che Berdini ha ripetuto instancabile). Non scordano e passano al contrattacco. Francesco Sanvitto, coordinatore del Tavolo sull'urbanistica del Movimento, annuncia che martedì consegneranno una lettera alla sindaca. «Cara Virginia, sulla vicenda stadio state prendendo una cantonata», si legge. E si sostiene che, alla luce della legge 147/2014, non sono possibili modifiche sostanziali in conferenza dei servizi «senza addivenire a un annullamento della delibera di pubblico interesse e ricominciare l'iter». In allegato, pure la delibera di annullamento. Ma la giunta non intende retrocedere.

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