Personale

Nel Piao al debutto possono entrare i piani «vecchio stile» già approvati

Sui fabbisogni di personale continua a essere richiesto il parere dei revisori dei conti

di Arturo Bianco

Tutte le Pa, compresi gli enti locali e con l’unica eccezione delle scuole, devono adottare il Piao, il Piano integrato di attività e orgnizzazione. La mancata adozione è sanzionata con i divieti di effettuare assunzioni di personale e di conferire incarichi di collaborazione, e può determinare responsabilità amministrativa. Il termine per l’adozione quest’anno e per il triennio 2022/24 è fissato, per gli enti locali, nei 120 giorni successivi all'approvazione del preventivo. Sono già 640 le amministrazioni che lo hanno approvato e trasmesso alla Funzione Pubblica. È opportuno fornire agli enti che si stanno cimentando con la sua applicazione indicazioni operative.

Il Piao ingloba molti documenti di programmazione: piani delle performance, delle azioni concrete, per la razionalizzazione delle dotazioni strumentali, per le azioni positive, anticorruzione, del fabbisogno, della formazione e del lavoro agile. Non sono stati formalmente abrogati, ma sono stati superati i relativi adempimenti.

È approvato dalla giunta e la proposta è presentata dal direttore generale o dal segretario, fatta salva la parte dedicata alla prevenzione della corruzione che va presentata dal dirigente responsabile. Sui pareri valgono le vecchie regole: per il piano del fabbisogno è richiesto il parere dei revisori dei conti e per quello per le pari opportunità sono richiesti i pareri del comitato unico di garanzia e della consigliera provinciale per le pari opportunità.

Per le relazioni sindacali, in assenza di previsioni anche nell’intesa sul contratto delle Funzioni locali del 4 agosto, si applicano le previsioni dettate per le singole parti: la mera informazione preventiva per il fabbisogno, il confronto sui criteri dei sistemi di valutazione, sul lavoro agile, sull’individuazione dei profili professionali, sull’attivazione delle posizioni organizzative e sulla formazione. Vi è una sovrapposizione tra Piao e Dup per la programmazione del fabbisogno del personale, che va inserita in ambedue i documenti; lo stesso rischio esiste per la sottosezione «Valore pubblico».

Con l’Anci si deve ritenere che in prima applicazione le amministrazioni possano convalidare i piani già approvati e inserirli nel nuovo documento, completandolo con le parti che non erano state oggetto di disciplina.

Nella scheda anagrafica vanno indicate tutte le informazioni essenziali sull’ente ed è opportuno che essa sia arricchita da indicazioni sulla condizione dell’amministrazione e sul contesto territoriale.

Nella sottosezione «Valore pubblico», che ha un carattere innovativo, si suggerisce di inserire gli obiettivi corredati da indicatori che l’ente si propone di raggiungere per il miglioramento della qualità della vita e del benessere dei cittadini. Essi vanno sviluppati nel piano delle performance. Inoltre, occorre indicare gli obiettivi per l’ampliamento dell’accessibilità fisica e digitale, in particolare per disabili e anziani, e per la semplificazione e la reingegnerizzazione dei processi. Occorre inoltre indicare gli obiettivi di semplificazione, digitalizzazione e per le pari opportunità. Nella sezione «Monitoraggio» vanno indicate le iniziative di verifica dell’attuazione, indicando il modo con cui si coinvolgono i cittadini e gli utenti.

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