Amministratori

Servizio idrico, 900 milioni solo per chi è in regola con le gare

Si tratta di fondi europei del Pon Infrastrutture e Reti 2014-2021

di Stefano Pozzoli

La Conferenza Unificata del 20 dicembre ha approvato lo schema di decreto, predisposto dal Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili (Mims), per accedere ad ulteriori 900 milioni di euro destinati al miglioramento delle reti idriche, ovvero a interventi mirati alla riduzione delle perdite di acqua, anche attraverso strumenti di digitalizzazione e di monitoraggio delle reti (si veda anche NT+ Enti locali & edilizia del 21 dicembre).

Gli interventi finanziabili comprendono l'installazione di strumenti tecnologici per la misura delle portate, delle pressioni e dei livelli d'acqua nei serbatoi, la modellazione idraulica della rete, la pre-localizzazione delle perdite tramite metodi classici e innovativi, come radar, scansioni da satellite, interventi di manutenzione straordinaria, l'installazione di «contatori intelligenti» per la misurazione dei volumi consumati dall'utenza. Il tentativo è proprio quello di utilizzare l'innovazione tecnologica come motore di innovazione organizzativa, anche nei gestori più arretrati.

Il bando segue la falsa riga di quello, che scade in questi giorni, predisposto per la destinazione delle risorse europee del programma React Eu, messe a disposizione dal Ministro per il Sud e la Coesione territoriale e gestite anch'esse dal Mims, nell'ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Si tratta di fondi europei del Pon Infrastrutture e Reti 2014-2021.

Per quanto riguarda il nuovo bando, in base allo schema di decreto approvato dalla Conferenza Unificata, il 40% delle risorse destinate alla tutela delle risorse idriche (360 milioni di euro) sono rivolte prioritariamente alle Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna). Le richieste di finanziamento dovranno essere presentate dagli Enti di Governo d'Ambito in due finestre temporali: entro 60 giorni dalla data di pubblicazione dell'Avviso sulla Gazzetta Ufficiale (dotazione finanziaria prevista di 630 milioni) e entro il 31 ottobre 2022 (dotazione finanziaria di 270 milioni).

Le opere possono essere affidate ai gestori affidatari del SII operanti nell'ambito di pertinenza, a condizione che siano stati selezionati ai sensi del Dlgs 152/2006 nel rispetto del principio di unicità della gestione, ovvero ai soggetti cosiddetti salvaguardati (articolo 172, comma 2 e articolo 147, comma 2-bis, del Dlgs 152/2006) a esclusione di quelli in situazioni in cui il soggetto sia condannato alla estinzione, ovvero che non sia in liquidazione o sotto procedure concorsuali o stragiudiziali che non comportino la continuità aziendale.

Visti i requisiti di partecipazione, che prevedono, in particolare, l'assegnazione solo a soggetti gestori in regola per quanto riguarda l'affidamento del SII, la suddivisione dei finanziamenti in due tranche è opportuna, perché pensata proprio per consentire ai territori in cui l'insediamento dei soggetti gestori non si è ancora perfezionato di mettersi in regola e di poter accedere quindi a questa importante opportunità.

In sostanza le risorse sono anche lo strumento per portare a conclusione il faticoso iter di superamento delle gestioni in economica che ancora esistono nel Sud Italia e di tutte quelle situazioni in cui il gestore non è in continuità aziendale.

Vedremo se il Mims e il Governo vinceranno questa scommessa. Il rischio, però, è che finanziamenti immaginati in primo luogo per ridurre il gap di investimento tra Nord e Sud del Paese restino tali solo sulla carta. Sarebbe opportuno, pertanto, alla luce della esperienza che emergerà dall'esperimento dell'avviso React Eu ora in scadenza. Riflettere su un piano B, che porti ad assicurare il successo di questo intervento sulle infrastrutture idriche, oggi quanto mai necessario. Infatti, ove l'intervento non avesse successo in alcuni territori è evidente che dovrà intervenire lo Stato, a meno che non ci si rassegni ad abbandonare al suo destino il servizio idrico di parte del Paese.

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