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Fs, Gianfranco Battisti Ad e Vittorio Castelli presidente: il governo sceglie all’interno

di Giorgio Santilli

È Gianfranco Battisti (nella foto) il nuovo amministratore delegato delle Fs, mentre Vittorio Castelli è il nuovo presidente. Il primo è il padre dei servizi Frecciarossa, il secondo della piattaforma tecnologica Nugo lanciata poco più di un mese fa dalle Fs: due scelte di successo e di innovazione all’interno del gruppo. Nel cda delle Ferrovie restano Wanda Ternau e Francesca Moraci che si erano dissociate con dimissioni anticipate dalla “resistenza” del precedente cda, azzerato alla fine dal governo con atto di forza. A completare la squadra dei nuovi consiglieri Flavio Nogara, Andrea Mentasti e Cristina Pronello.


Battisti e i servizi Alta velocità

Con la scelta di Battisti si torna per Fs alla valorizzazione di professionalità tecniche interne di lungo corso, dopo la parentesi di Renato Mazzoncini che al momento della nomina da parte di Renzi, il 1° dicembre 2004, aveva solo tre anni di Fs in un ruolo piuttosto marginale come quello di Busitalia: allora si puntava tutto sull’integrazione ferro-gomma, i risultati sono stati mediocri; ora la parola d’ordine sembra il ritorno al treno, bisognerà capire come. La scelta manageriale interna di alta qualità è stata rivendicata ieri dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, che ha potuto così rigettare tutte le accuse arrivate nei giorni scorsi al governo di voler occupare e lottizzare le Ferrovie. Battisti, 56 anni, laureato in Economia e commercio e Scienze Politiche, è nelle Fs da venti anni, arrivato nel 1998 dalla Fiat, ed è un grande conoscitore della macchina ferroviaria. Nel 2009 fu chiamato da Mauro Moretti a guidare la divisione Passeggeri di Trenitalia per impostare e lanciare il successo dei servizi ad Alta velocità. Ha mantenuto quell'incarico fino al 2017.


La cura del ferro

Negli ultimi diciotto mesi Battisti è stato amministratore delegato di Fs Sistemi Urbani, la società del gruppo che promuove e realizza i progetti di valorizzazione nelle grandi città. In questa veste ha presentato dieci giorni fa la “cura del ferro” per Roma con la sindaca Virginia Raggi, un elemento che sicuramente ha giocato un ruolo nella sua nomina: più volte Toninelli ha detto che la “cura del ferro” (copyright rutellian-necciano degli anni 90 più volte riutilizzato negli anni, ma di indubbio valore strategico per avvicinarsi al “modello ferroviario urbano tedesco”) è la ricetta con cui rilanciare le Fs sul versante strategico del trasporto locale, urbano e metropolitano, non solo a Roma, ma in tutta Italia. Non essendo nuovo lo slogan, la prova del fuoco per la gestione che parte sarà realizzarlo. Per altro prende corpo l’idea, più volte proposta (si veda Il Sole 24 Ore del 17 Giugno 2018, pag. 2 ), che soltanto Fs e ministero dei Trasporti possano giocare un ruolo chiave per salvare e rilanciare la mobilità nella Capitale a guida pentastellata. Battisti è anche presidente di Federturismo, la federazione confindustriale che rappresenta tutti i segmenti del settore turistico.


Castelli, una carriera nell’Ict

Gianluigi Vittorio Castelli, 64 anni, fisico, carriera prestigiosa fra mondo accademico, ricerca (Devo Lab della Sda Bocconi) e responsabilità dell’Ict in grandi gruppi come Infostrada, Fiat, Vodafone, Eni, è approdato più di recente alle Fs, nel settembre 2016, come direttore centrale Innovazione e sistemi informativi, ma ha anche al suo attivo il lancio della cosa più importante fatta nell’era Mazzoncini, la piattaforma digitale integrata di vendita Nugo, di cui è ad. Un salto tecnologico che consente di fare integrazione fra gli operatori e le varie modalità trasportistiche non più alla scala della produzione dei servizi, ma a quella della vendita e del consumatore. Un pezzo di futuro su cui più volte anche l’Autorità di regolazione dei trasporti ha indicato al mercato di andare.


Il bilancio di Mazzoncini

Resta da fare un bilancio della gestione Mazzoncini, nominato ad di Fs il 1° dicembre 2014. Mettendo a confronto i dati del biennio 2014-2015 con il biennio 2016-2017 si può dire che l’ex ad abbia sfruttato a pieno la scia della ferrovia risanata e rilanciata da Mauro Moretti: +8% dei ricavi viaggiatori (con il recupero della flessione momentanea dell'Av), utile record (con una flessione comunque dal 2016 al 2017), forte crescita dei ricavi dai contributi di servizio pagati da Stato e Regioni per il trasporto locale (nel 2017 la cifra record di 2.618 milioni). Il dato più rilevante arriva certamente dalla ripresa degli investimenti (dai 4.220 milioni del 2014 ai 5.899 del 2016 e in leggera flessione a 5.639 nel 2017). Sul lato strategico, però, le rivoluzioni che Mazzoncini aveva annunciato non hanno lasciato il segno: la fusione Anas-Fs non ha mai convinto a pieno (se non per la vera ragione di portare Anas fuori dal codice degli appalti) e comunque ora sarà azzerata; la sinergia ferro-gomma e l’allargamento ai servizi di autobus non ha mai toccato le grandi città (a parte Firenze ) e il trasporto locale, per quanto potenziato, non ha risolto i problemi enormi nelle città; il trasporto merci ha subito un’ulteriore flessione (ricavi da 887 milioni a 839 nel triennio). Fra le novità positive gli investimenti in nuovi treni per il trasporto locale (intorno ai cinque miliardi programmati e banditi), dove un’accelerazione c’è stata grazie agli accordi con le Regioni, ma - non c’è da illudersi - finché Trenitalia eserciterà un monopolio e lo Stato non aprirà alle gare, i problemi dei pendolari non saranno risolti. Nugo è la novità più rivoluzionaria e Mazzoncini ha mostrato di crederci e investirci. Ora, però, continuerà la sua strada da sola al vertice di Fs. E produrrà quelle “rotture”di sistema che finora non si sono viste.

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