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Riconversione per Albacina: il polo dell'eletrodomestico verso i prefabbricati in calcestruzzo

di Michele Romano

Lo stabilimento di Albacina, che sotto la gestione della famiglia Merloni divenne il simbolo della grande rinascita di Indesit, è vicino a una riconversione industriale completa: da polo storico del comparto dell'elettrodomestico, dove però la produzione si è praticamente fermata da un anno, a sito al servizio del settore delle costruzioni, capace di generare oltre cento di posti di lavoro.

Whirlpool parla al momento di «colloqui esplorativi» con la Pla di Potenza, ma la trattativa è a uno stadio avanzato, visto che c’è già stato un primo e positivo confronto con le organizzazioni sindacali e uno successivo, «cordiale e costruttivo», con il sindaco di Fabriano e il presidente della Regione Marche: in entrambe le occasioni era presente Francesco Marella, numero uno dell’azienda arrivata alla terza generazione familiare. Sfumata l’ipotesi che il sito potesse rimanere sotto il controllo di un’azienda del comprensorio, si va avanti velocemente con il gruppo potentino e tutto insomma lascia intendere che l’accordo si possa concludere in tempi relativamente brevi.

Il progetto di reindustrializzazione presentato dalla famiglia Marella ai vertici della multinazionale americana è basato su una tipologia di prodotto rivolta a un settore in costante crescita: prefabbricati in calcestruzzo per edilizia cimiteriale e civile. E il sito di Albacina è ritenuto strategico da Marella, sia per quanto riguarda la sua conformazione sia per il suo posizionamento baricentrico rispetto ai cantieri cui il business si rivolge. Secondo il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, «questo progetto parla di futuro, di opportunità di rilancio e di nuova occupazione». Una continuità produttiva e occupazionale che soddisfa anche Confindustria Nord: «Un’azienda che entra nella nostra regione con proposte concrete va ascoltata e accompagnata – spiega il vice direttore dell'associazione Filippo Schittone –: il piano contiene garanzie precise ed è su queste si deve misurare e confrontare il territorio».

Rispetto alla reindustrializzazione di Albacina, Whirlpool ha dichiarato sin dal primo giorno dell’acquisizione di Indesit Company che avrebbe fatto il possibile per contenere l’impatto sociale che il piano industriale avrebbe generato: un senso di responsabilità, che per il governatore regionale significa «forte attaccamento alle Marche». Del resto, questa è la stessa strada già seguita a None (Torino), dove è arrivato l’accordo con Mole Logistica, società consortile piemontese che continua a fornire servizi di logistica a Whirlpool, e nei mesi scorsi a Teverola (Caserta), dove lo stabilimento è stato ceduto alla Seri e, dal prossimo anno, diventerà il primo impianto italiano di celle al litio.

Nel sito storico di Albacina l’attività produttiva è praticamente cessata da luglio 2016: sono ancora operativi una trentina di addetti, ma oggi quelle mura ospitano un vero e proprio outlet di elettrodomestici Whirlpool, riservato ai dipendenti del gruppo e ai loro familiari. Lì non si producono più forni e, nel quadro della riorganizzazione aziendale, entro aprile del prossimo anno si completerà il trasferimento dei 600 addetti (anche se un centinaio tra dipendenti ed ex potrebbero essere ricollocati proprio con Marella, ndr) presso lo stabilimento di Melano, sempre nel fabrianese, trasformato nel polo centrale della regione Emea per la produzione di tutti i piani cottura, che comprende numerose tipologie e finiture, fino all'altissima gamma.

Spiega Davide Castiglioni, amministratore delegato Italia e vice presidente operazioni industriali Whirlpool Emea: «A quasi due anni di distanza dall’adozione del Piano Industriale Italia, abbiamo già effettuato circa 250 milioni degli investimenti previsti in processi, prodotti e ricerca & sviluppo su un totale di oltre 500 milioni di euro previsti entro il 2018 e riorganizzato i 6 siti industriali, ognuno con una sua missione specifica e sostenibile».

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