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Fontana fa il bis con il 53% e stacca Majorino, Moratti al 10%

Delusione nel centrosinistra e nel Terzo polo. Vota solo il 41%, contro il 60% del 2018 FdI primo partito conferma il risultato delle politiche. Reggono Lega (15%) e Fi (7,4%). Male i 5 stelle

di Sara Monaci

Senza grandi sorprese Attilio Fontana, sostenuto dal centrodestra, viene riconfermato governatore della Lombardia. Il dato che forse nessuno si aspettava è una vittoria così netta: oltre il 53% delle preferenze, a segnare un distacco dal candidato di centrosinistra, Pierfrancesco Majorino, di circa 20 punti percentuali. Delusione nel terzo polo, con Letizia Moratti che si ferma al 10% circa e non sfonda, per quanto la Lombardia si riconfermi il laboratorio di questa nuova coalizione in cerca di identità.

Altro grande tema di questa tornata elettorale, che evidentemente non scalda i cuori degli elettori: l’astensione. A votare in Lombardia è poco più del 41% della popolazione. Va detto però che rispetto alle regionali del 2018, in cui andarono a votare oltre il 60% degli aventi diritto, manca il traino delle elezioni politiche. L’election day evidentemente fa la differenza nel caso delle elezioni regionali, percepite come “lontane” dagli elettori, né così prossime come le comunali né così appassionanti come le politiche. Una via di mezzo, dunque, in cui anche i programmi sono poco scandagliati nei dibattiti.

In parte questo spiega la disaffezione in Lombardia. Il fatto che però trovi conferma per l’ennesima volta il centrodestra farebbe pensare che a non votare siano soprattutto gli elettori di centrosinistra, anche se probabilmente, secondo alcuni sondaggi, se aumentassero i votanti in questo territorio il risultato non sarebbe poi così diverso.

Tutte le analisi di voto devono comunque fare i conti, prima di tutto, con questi due numeri molto evidenti: l’astensione che si aggira intorno al 60% e il centrodestra che va oltre la maggioranza assoluta dei votanti. La popolazione lombarda sembra dunque essersi dimenticata della crisi della pandemia del biennio 2020-2021, in cui la sanità lombarda ha dimostrato difficoltà nella gestione dei servizi territoriali, dando forse maggior peso ai buoni risultati ottenuti nella vaccinazione. O più probabilmente i programmi - che oltre alla sanità prevedevano anche i trasporti, la casa popolare, le infrastrutture, le imprese - sono passati in secondo piano nei dibattiti pubblici. E infatti a livello nazionale il risultato elettorale, per quanto scarno nell’affluenza, viene comunque interpretato dai partiti di maggioranza come una conferma del neo governo.

In Lombardia a cambiare nel tempo è stata però la composizione dei voti all’interno del centrodestra. Ora è Fratelli d’Italia il primo partito, con il suo 26% circa, a confermare il risultato delle politiche di settembre. La Lega tuttavia regge, non viene cannibalizzata da Fdi, mantenendosi sopra al 15%, e questo fa pensare che i due partiti continueranno a convivere trovando un accordo. Forza Italia delude ma non tracolla, con il suo 7,4%.

Nel centrosinistra, pur in un quadro generalmente negativo, regge il Pd, che supera il 21%. Implode invece il M5s, che potrebbe fermarsi al 4-5%.

«Il radicamento sul territorio paga sempre», è il commento di Fontana. Ora dovrà passare al programma. Le liste d’attesa e gli interventi sulle ferrovie saranno le priorità del secondo mandato, che prevede, nei primi cento giorni, un grande piano infrastrutturale coordinato con il governo. Due le opere prioritarie: il completamento dell’autostrada Pedemontana e l’autostrada Cremona-Mantova. Altro obiettivo sono le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina del 2026.

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